Costringeva i vicini ad ascoltare la voce della figlia morta: condannata per stalking nel Tarantino

La coppia e la figlia di 17 anni hanno denunciato la donna, che per circa due anni li ha perseguitati con l’audio della bambina scomparsa

È stata condannata per stalking una donna che tormentava una coppia di vicini, costringendoli a riascoltare la voce della figlia morta molto piccola ogni volta che entravano o uscivano di casa. Una vera e propria persecuzione iniziata a ottobre 2017 in un condominio in provincia di Taranto, dove la donna per oltre due anni ha molestato la coppia e la figlia di 17 anni, anche lei costretta ad ascoltare gli audio della bambina, che la vicina aveva registrato e conservato nel suo smartphone. Come racconta la Gazzetta del Mezzogiorno, la donna inizialmente ha iniziato a tormentare i vicini «sparlando» di loro e sbattendo la porta di ingresso di casa sua, con l’obiettivo di disturbarli anche nelle ore di riposo. Con il tempo i dispetti sono diventati una sorta di persecuzione, con l’invio sistematico di messaggi di insulti via chat alla vicina e appostamenti dietro la porta, per registrare le voci dei dirimpettai. Finché la donna è passata all’offensiva più diretta, come viene spiegato negli atti del processo: «Ogni qualvolta la coppia insieme con la figlia, usciva o rientrava in casa, azionava l’audio di una registrazione di un’altra figlia della coppia deceduta in tenera età e delle voci dei genitori antenati a parlare con la bambina». La coppia era costretta così a vivere in un «grave stato di ansia e paura». Tanto da costringerli entrare e uscire di casa nel modo più silenzioso possibile, nella speranza di non farsi sentire dalla vicina. Fino a ridurre le uscite a quelle strettamente necessarie. La donna è stata condannata in primo grado a due anni, con pena sospesa. Il giudice Luana Loscanna ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dal legale della coppia che sarà stabilito in sede civile.


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