Iran, l’accusa contro il diplomatico svedese dell’Ue dopo 600 giorni in carcere: «Cospira con Israele»

Johan Floderus, 33 anni, è stato arrestato il 17 aprile 2022 all’aeroporto di Teheran: ora rischia la pena di morte

Dopo 600 giorni di detenzione, le autorità iraniane hanno infine formulato l’accusa contro Johan Floderus, diplomatico svedese dell’Unione europea a Teheran: cospirazione e corruzione sulla Terra. Il 33enne, arrestato il 17 aprile 2022 all’aeroporto di Teheran al ritorno da un viaggio con gli amici, rischia ora la pena di morte. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli esteri svedese, sabato 9 dicembre è iniziato il processo contro il diplomatico, che per Stoccolma è stato incarcerato arbitrariamente. «L’imputato è stato attivo contro la Repubblica islamica dell’Iran nel campo della raccolta di informazioni a beneficio del regime sionista sotto forma di progetti sovversivi», è l’accusa della magistratura di regime, che lo accusa di cospirazione e spionaggio per conto di Israele contro l’Iran. E di corruzione sulla Terra, reato che prevede la pena capitale. Floderus ha dovuto aspettare diciotto mesi, trascorsi nella prigione di Evin, per sapere i motivi della sua detenzione. «Non ci sono assolutamente motivi per mantenere Johan Floderus in detenzione», aveva dichiarato l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. L’agenzia di stampa Afp ricorda che l’arresto di Floderus è avvenuto dopo che un cittadino iraniano è stato condannato all’ergastolo in Svezia per il suo ruolo nelle esecuzioni di massa di migliaia di oppositori da parte del regime iraniano nel 1988.


Leggi anche: