Camera, le opposizioni denunciano l’auto-ostruzionismo del centrodestra per non discutere del Mes: il provvedimento slitta ancora

Il dibattito sulla ratifica dell’accordo, previsto per oggi, è stato riprogrammato nella prossima settimana, ma in coda ad altre discussioni

Nell’Aula di Montecitorio, la mattina del 14 ottobre, si sta concludendo la discussione sul dl Anticipi. Quando si sono iscritti a parlare in dichiarazione di voto finale 10 esponenti della maggioranza, per le opposizioni il dubbio è diventato certezza: il centrodestra sta applicando una sorta di auto-ostruzionismo, per far slittare il dibattito sulla ratifica dell’accordo di modifica del Mes. Da calendario ufficiale della Camera, la proposta di legge 712 sarebbe dovuta essere vagliata oggi. A onor del vero, già dalla scorsa settimana alcuni capigruppo avevano ipotizzato che un ritardo dei lavori avrebbe fatto posticipare la discussione sul Mes. Tuttavia, la dilatazione dei tempi causata dalle molteplici dichiarazioni di voto della maggioranza fa infuriare il centrosinistra. Che pretende una sospensione dell’Aula e la convocazione della capigruppo per affrontare la questione. «Non si va avanti finche non c’è una capigruppo, chiediamo una sospensione perché è assurdo che la maggioranza faccia ostruzionismo sul suo stesso decreto. Siamo in Parlamento, non siamo al bar», tuona Federico Fornaro, deputato Dem esperto di meccanismi parlamentari. Benedetto Della Vedova di +Europa, altro virtuoso dei regolamenti, denuncia: «Siamo al grottesco. Nel momento in cui Giorgia Meloni è a Bruxelles, la maggioranza dà questo spettacolo indecoroso dell’auto-ostruzionismo». Il presidente di turno dell’Aula, il deputato Sergio Costa, è in imbarazzo: attende indicazioni dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per capire se concedere o meno la convocazione di una capigruppo.


Alla richiesta partita da Fornaro si aggregano tutte le opposizioni: +Europa, appunto, Azione, Italia Viva, Alleanza verdi sinistra e Movimento 5 stelle. Per Fratelli d’Italia, interviene Augusta Montaruli per esprimere contrarietà «alla sospensione della seduta e alla convocazione della capigruppo, perché il numero dei deputati iscritti in dichiarazione di voto non è eccessivo». In lista, per esprimere le proprie opinioni sul dl Anticipi, risultano esserci 19 parlamentari, di cui 5 di Forza Italia, 4 di Fratelli d’Italia, 2 di Noi moderati e 1 della Lega. «Il giochino che stanno mettendo in campo è che oggi si voti solo il dl Anticipi, nemmeno la legge di delegazione europea», afferma il capogruppo di Azione Matteo Richetti. «Perché poi c’è Atreju, e quindi il Mes non si discute nemmeno la prossima settimana. C’è un punto di fondo che è il rapporto tra di noi. O si ripristina la normale dialettica tra maggioranza e opposizione o noi oggi non lavoreremo». Mentre si sta per aprire il voto su un’eventuale sospensione della seduta, agli scranni della presidenza arriva il messaggio di Fontana, che autorizza la convocazione della riunione dei capigruppo alle 10.45. Ci vuole un’ora. Alla fine, i presidenti dei gruppi parlamentari devono accettare che la ratifica dell’accordo di modifica del Mes slitti alla prossima settimana, a ridosso del Natale e, soprattutto, dell’arrivo a Montecitorio della legge di Bilancio. La discussione sul Mes, al momento, resta calendarizzata in coda al ddl Concorrenza, a una deliberazione della giunta per le Autorizzazioni, alla legge di delegazione europea e al ddl in materia agroalimentare. La sensazione tra i banchi del centrosinistra è che, essendo al penultimo posto tra i provvedimenti da affrontare, possa slittare ancora.


Leggi anche: