Il vigile a processo per violenze sulla moglie manager: «Per lui ero una pessima madre, perché non ero a casa a fare le pulizie»

L’uomo ora è finito a processo dopo che la donna è riuscita a denunciare tre anni fa

Controllava ogni aspetto della sua vita, detestava l’idea che lei potesse avere una propria indipendenza e le faceva violenza economica, psicologica e fisica. Sono questi i motivi che hanno portato un vigile di Torino a finire a processo per maltrattamenti ai danni della attuale ex moglie. La denuncia della donna risale a tre anni fa, con diversi comportamenti vessatori raccolti dai carabinieri solo nel 2020. Ad esempio, l’uomo le permetteva di lavarsi massimo in cinque minuti. «Se li superavo dovevo sciacquarmi con l’acqua fredda», si legge nella denuncia, riportata da la Repubblica. Lei è una donna di successo, una dirigente presso un ente pubblico, laureata e con un master, che guadagna molto più del marito. Ma l’indipendenza conquistata negli anni non andava giù all’ex marito. Tanto che ogni sera lui le contava gli scontrini di quello che aveva comprato: le aveva dato ordine di poter comprare massimo due caffè al giorno. Le controllava, inoltre, anche il conto corrente, e in una settimana poteva avere un massimo di 40 euro di budget.


Il racconto della donna: «Così gestiva i miei soldi»

«Tornavo a casa dal lavoro con l’ansia dopo il controllo del portafoglio iniziava quello del cellulare. Mi ha spintonata, buttata a terra. Diceva che non valevo niente, che ero brutta. Ero così succube che anziché rispondergli, gli chiedevo i soldi per andare dal parrucchiere. Non me li dava», ha raccontato la donna alle autorità. E ancora: «Davanti a mia figlia mi diceva: “Non sei una brava madre. Non sei mai a casa. Devi farle tu le pulizie, non la colf”. E alla bambina gridava: “Non giocare con mamma, non pensa a te”». Le condizioni della donna in casa sono peggiorate sempre più con il passare del tempo. «Il riscaldamento era a 16 gradi. Gelavo e la stufetta elettrica non potevo accenderla». Giunta allo sfinimento e al totale alienamento da ogni aspetto della sua vita, la dirigente ha trovato la forza di denunciarlo: «Prima del matrimonio andavo a teatro, al cinema, a corsi di recitazione. Sono sempre stata molto indipendente prima di conoscerlo. Oggi mi sento annientata».


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