Giorgetti votò contro il Mes e così pure Crosetto. Meloni non votò, Roccella e Valditara dissero sì

Solo due membri del governo votarono sì al trattato sul Mes oggi esistente, quello che fu approvato dal Parlamento italiano nel 2012

Solo due ministri appartenenti a FdI e Lega nell’attuale governo hanno votato sì al trattato sul Mes oggi esistente, quello che fu approvato dal Parlamento italiano nel 2012 quando alla guida del governo c’era Mario Monti. Gli unici due sì furono quelli dell’attuale ministro della famiglia, Eugenia Roccella e quello dell’attuale ministro della Pubblica istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Entrambi però all’epoca militavano nel Pdl e non nelle formazioni attuali.


Materia per il giurì d’onore, ma ai danni di Giuseppe Conte

Al trattato del Mes si oppose invece l’attuale ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, seguendo le indicazioni della Lega che stava all’opposizione del governo Monti. E pur militando nel Pdl votò contro in dissenso dal suo gruppo anche l’attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto che qualche mese dopo sarebbe stato fra i fondatori di Fratelli di Italia insieme a Giorgia Meloni e ad Ignazio La Russa. Contrariamente a quanto detto in Parlamento dal leader del M5s Giuseppe Conte la Meloni allora non approvò il trattato del Mes pur essendo deputata del Pdl. Dai tabulati della Camera del 19 luglio 2012 risulta che l’attuale premier non partecipò alla votazione né sugli articoli né sul testo finale del trattato che istituiva il Meccanismo di stabilità europeo. Anche La Russa risultò assente alle votazioni e alla fine nessuno del gruppo dirigente di Fratelli di Italia diede il suo consenso al trattato di cui ora si è bocciato il nuovo testo riformato. Potrebbe essere anche questa per il giurì d’onore chiesto da Conte sulla Meloni: entrambi si sono rivolti infatti accuse che risultano infondate.


Astenuti e favorevoli del 2012: ecco le sorprese

Non partecipò al voto sul Mes nemmeno l’attuale ministro per gli affari europei, Raffaele Fitto mentre invece- pur militando nel Pdl, decisero di astenersi entrambi gli attuali capigruppo parlamentari di FdI: lo fece Tommaso Foti alla Camera dei deputati e Lucio Malan in Senato. Fra gli astenuti del Pdl anche Laura Ravetto che oggi milita nella Lega. Votarono invece a favore del Mes seguendo l’indicazione di voto del Pdl sia l’attuale leghista Giulia Bongiorno che l’attuale viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI).

Perché il ministro dell’Economia oggi avrebbe detto sì

Giorgetti che era contrario al Mes oggi dice che avrebbe “da ministro dell’Economia” detto sì al nuovo trattato al contrario della indicazione di voto della Lega. Un sì politico-istituzionale che tiene ben presente i rischi del no espresso dal Parlamento italiano. Perché la bocciatura appena arrivata che impedisce l’entrata in vigore di un trattato approvato da tutti gli altri paesi membri della Ue raffredda inevitabilmente i rapporti fra l’Italia e le istituzioni europee. E non era proprio l’ideale che questo accadesse all’indomani dell’approvazione di un nuovo patto di stabilità la cui applicazione sarà assai più discrezionale che in passato, legata soprattutto alla trattativa fra il singolo paese e le istituzioni europee. Avere buoni rapporti può essere decisivo per salvare i propri conti. Averli cattivi diventerebbe una sciagura.

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