Il procuratore di Treviso: «Sul caso Ballan potevamo chiedere l’allontanamento di Fandaj»

Marco Martani ammette: il pm ha sbagliato

Il procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani dice che nel caso di Vanessa Ballan e Bujar Fandaj c’erano i presupposti per allontanare il cittadino kosovaro. E quindi la procura ha sbagliato a non farlo. «In sostanza c’è stata una valutazione di non urgenza della richiesta di misura cautelare del divieto di avvicinamento. Con tutte le riserve sull’efficacia che questa misura avrebbe poi avuto concretamente su un soggetto che quando ha deciso di uccidere lo ha fatto e ha messo in conto di buttar via anche la sua vita, con un lungo periodo di carcere o di latitanza», sostiene in un’intervista al Corriere della Sera. Avrebbe dovuto chiederla «Il pm a cui è passato il fascicolo, dopo il primo intervento di massima urgenza del sostituto di turno. Parliamo di un magistrato che fa parte del pool che si occupa di questo tipo di reati che, comunque, non ha lasciato dormire il fascicolo. Ma ha ritenuto di non chiedere misure cautelari».


Il pm, spiega Martani, ha chiesto i tabulati telefonici e ha fatto altri accertamenti: «I tabulati servivano ad avvalorare le dichiarazioni della persona offesa che aveva cancellato i messaggi sul telefonino, perché all’epoca teneva nascosta la relazione al compagno. Non so se la valutazione del pm sarebbe cambiata alla luce dei tabulati». Il procuratore dice che «una situazione del genere difficilmente si potrà ripetere dopo il 9 dicembre, con l’entrata in vigore della legge Roccella. Prima il magistrato doveva motivare se faceva una richiesta di misura cautelare. C’era una prospettiva garantista, ma non c’era un sistema di controllo della non richiesta di misura cautelare. Ora invece, se entro 30 giorni il pm non chiede la misura cautelare deve motivarlo. In quel caso il fascicolo sarebbe arrivato sul mio tavolo». Il procuratore avrebbe chiesto la misura: «Ma altrettanto in coscienza debbo dire che magari non sarebbe servita a evitare il tragico epilogo».


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