L’allarme dell’intelligence Usa: «La Cina ha iniziato a usare l’AI per decifrare tutti i dati che ci ha rubato»

Impronte digitali, contatti, cartelle cliniche e finanziarie tra i dati di cittadini e spie Usa più a rischio. L’inchiesta del Wall Street Journal

La Cina ha talmente tanti dati trafugati da compagnie e istituzioni statunitensi che senza intelligenza artificiale è praticamente impossibile sfruttarli. Ma ora che AI e machine learning – il processo con il quale i computer una volta impostati imparano autonomamente – sono sufficiente avanzati, Pechino potrebbe iniziare a usare le informazioni in proprio possesso per individuare persone chiave da spiare e intercettare. È questa in sintesi l’accusa dell’intelligence statunitense al gigante asiatico, illustrata in un lungo articolo pubblicato oggi sul Wall Street Journal. Secondo indagini dell’FBI, denunce presentate da cittadini e aziende, ricerche sulla cybersicurezza ed esperti del settore una mole di informazioni tanto vasta non può essere utilizzata senza che al suo interno vengano definiti degli schemi, dei pattern, degli elementi di regolarità.


L’attacco alle email del 2021

Che la Cina stia usando l’AI per scandagliare il mare di informazioni è la convinzione di Brad Smith, presidente di Microsoft, che sul tema ha rilasciato un’intervista al quotidiano economico Usa. «Inizialmente la grande domanda era se qualcuno, compresi i cinesi, fosse in grado di utilizzare l’apprendimento automatico e fondamentalmente l’intelligenza artificiale per riunire questi set di dati e quindi utilizzarli per il targeting», ha affermato Smith. «Negli ultimi due anni abbiamo visto le prove che ciò è realmente accaduto». Ad esempio, Smith ha citato l’attacco collegato alla Cina nel 2021 contro decine di migliaia di server su cui gira il software di posta elettronica di Microsoft. «Abbiamo visto prove evidenti di obiettivi molto specifici», ha affermato. «Penso che dovremmo aspettarci che l’intelligenza artificiale venga utilizzata per perfezionare e migliorare ulteriormente la scelta degli obiettivi», ha aggiunto.


I dati Usa rubati dalla Cina

Ma di che dati si tratta? Le autorità statunitensi ritengono che i funzionari dell’intelligence cinese stiano correlando informazioni sensibili sottratte, agli assicuratori sanitari e alle banche – comprese impronte digitali, contatti esteri, debiti finanziari e cartelle cliniche personali – e quelle delle spie statunitensi. «La Cina può utilizzare l’intelligenza artificiale per creare un dossier praticamente su qualsiasi americano, con dettagli che vanno dalle loro cartelle cliniche alle carte di credito e dai numeri di passaporto ai nomi e indirizzi dei loro genitori e figli», ha affermato Glenn Gerstell, ex consigliere generale all’Agenzia di Sicurezza Nazionale. Da arma d’attacco, però, l’AI può diventare strumento di difesa: «Crediamo che se facciamo bene il nostro lavoro e siamo determinati a farlo, possiamo usare l’intelligenza artificiale come uno scudo difensivo più forte che come un’arma offensiva», ha affermato Smith. «Ed è quello che dobbiamo fare».

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