Cirino Pomicino racconta il suo «Vietnam in terapia intensiva»

Il politico di lungo corso racconta al Corriere tutte le difficoltà degli ultimi mesi. «Con me ho sempre un Gesù Bambino: quando accade qualcosa odora di incenso»

«Nonostante tutto il corredo delle vaccinazioni, contro lo pneumococco, contro il Covid, contro l’influenza, ho avuto una polmonite no Covid che mi ha portato con difficoltà respiratorie al ricovero e in terapia intensiva. La terapia intensiva…. Una prigione vietnamita. Ma ti salva la vita». Paolo Cirino Pomicino, ex ministro e presidente della commissione Bilancio, politico di lungo corso si racconta al Corriere della Sera. Ha alle spalle «due trapianti, due bypass e due altri piccoli interventi tra cui una colecistectomia». Ma la cosa più difficile che ha affrontato sono le polmoniti. «Una ora con un ricovero al Gemelli e l’altra l’anno scorso, un mese alle Molinette. Più un tumore cutaneo con conseguenti 35 sedute di radioterapia. Devo dire che ho veramente visto da vicino il Dio manzoniano, che ti affanna e ti consola. Una cosa che mi ha molto legato a un Gesù bambino che ha cento anni di vita ed è con me nella stanza da letto e che spesso mi sono portato nelle terapie intensive. Quando deve accadere qualcosa le sue vesti odorano di incenso. Qualcosa di prodigioso», racconta. Esperienze le sue che lo fanno riflettere sul fine vita, nonostante le sue profonde radici cristiane. «Non abbiamo verità per salvare le anime quando il corpo è perduto – racconta – ma quando queste non ci sono l’unica risposta umana resta la carità, un’immensa, generosa carità alla quale anche il legislatore forse potrebbe ispirarsi. Bisognerebbe indicare un percorso possibile quando si è dinanzi al “dolore innocente”. Un perché senza risposta alcuna, insomma quel “non ti capisco ma te lo affido” della mia cara mamma».


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