Giuseppina, 79 anni: «Così sono stata ostaggio della mia badante in Romania»

La 47enne, assunta, l’ha portata nel suo paese d’origine e l’ha trattenuta lì per otto anni, sottraendole dai conti correnti un totale di 317 mila euro

Giuseppina, 79 anni, vedova, senza figli, ha vissuto lontana sette anni dalla sua grande casa sulle colline di Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti. Intrappolata dalla sua badante, arrestata e accusata di
circonvenzione di incapace. L’anziana racconta a La Stampa quel periodo della sua vita. «Sono rimasta per otto anni in Romania – racconta – nella casa della madre della mia badante, a Tulcea, sul Danubio. Non potevo uscire da sola. Facevo colazione e tutti i pasti sempre in camera da letto. Trascorrevo le giornate guardando un po’ di televisione, facendo le parole crociate, leggendo. A volte pregavo. Ero agli arresti domiciliari ma non posso dire di essere stata trattata male. Solo che mentre io ero là, come reclusa, quella furbetta della badante faceva la bella vita con i miei soldi, padrona in casa mia». La 47enne, assunta, ha poi portato l’anziana in Romania. E lì l’ha trattenuta per circa otto anni, sottraendole dai conti correnti un totale di 317 mila euro, dei quali 149 mila investiti acquistando una tabaccheria nel cuneese.


La depressione, il volo in Romania

Giuseppina conobbe la donna nel 2015, dopo la morte del suo marito se la mise in casa. «Lei mi aiutò a seppellirlo. Dal giorno dopo incominciò a rivoluzionarmi casa. Comandava. È diventata la padrona, ma l’ho capito in seguito». L’anziana era depressa, fu accompagnata da uno psichiatra che le consigliò di «cambiare aria per ristabilirmi». Da lì l’invito ad andare in Romania. «Mi ha portato in giro, a vedere delle città, il Danubio, persino sul Mar Nero, in spiaggia. Per un po’ siamo stati in albergo, poi mi ha sistemato in una pensione. Un disastro, un postaccio. Mangiavo solo patate e sugaccio. Mi sono rovinata il pancreas. Ci sono rimasta un anno in quel posto e alla fine ho protestato. Mi ha spedito da sua madre. Diceva: “Vedrai, starai bene, ti tiene in casa”. Così mi sono fatta convincere e mi sono trasferita. E sono passati otto anni». Nessun parente ha mai cercato Giuseppina. L’anziana spiega al quotidiano torinese che non c’erano rapporti, nemmeno con la famiglia del marito defunto. Ogni tanto la donna tornava in Italia con la badante. Qualche breve giro del paese per far vedere che era viva e via, di nuovo in Romania.


Il ritorno in Italia, la lite, la chiamata ai carabinieri

Alla fine Giuseppina si è salvata da sola. Per caso e quando è tornata in Italia. La 47enne, racconta, «ha usato i risparmi per comprarsi una tabaccheria-cartoleria a Santo Stefano Belbo. Si è arredata le stanze come voleva, ha preso tre armadi e li ha riempiti di vestiti. In più, visto che la casa è grande, subaffittava alcune stanze ai migranti che fanno i braccianti nelle vigne. In compenso non pagava bollette, né tributi». L’anziana, la scorsa estate, è tornata in Italia per fare alcune visite mediche che si sono protratte. «Lei non mi voleva tra i piedi – racconta – casa mia era un disastro. E un giorno abbiamo litigato». Teneva i cani chiusi nel terrazzo. Giuseppina aveva pena per loro, così un giorno li ha presi e gli ha fatto fare un giro. La donna perse le staffe. «Dopo avermi urlato che quella non era più casa mia, mi ha messo le mani addosso. Così ho subito chiamato i carabinieri e l’ho denunciata. E da lì è emerso tutto il resto. Mi sono ribellata, ho preso coraggio, ma devo dire che i carabinieri e le assistenti sociali sono stati i miei angeli custodi».

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