La telefonata a Cossiga, le pressioni degli Usa, il ruolo dei servizi segreti: a Report le nuove rivelazioni sull’omicidio di Aldo Moro – Il video

Stasera su Rai 3 in onda le testimonianze dell’ex ministro Scotti e dell’ex leader Psi Signorile. Ecco le anticipazioni

Lo Stato italiano venne a conoscenza ai massimi livelli della morte di Aldo Moro ore prima della telefonata con cui le Brigate Rosse annunciarono il ritrovamento del corpo del leader Dc in via Caetani a Roma, il 9 maggio 1978. A rivelarlo è Claudio Signorile, all’epoca vicesegretario del Psi, in un’intervista a Report che sarà trasmessa questa sera, 7 gennaio 2024. Quella mattina Signorile si trovava nella stanza di Francesco Cossiga, allora ministro dell’Interno, quando a un certo punto sentì suonare il cicalino. «Due messaggi», rivela l’ex numero due del Partito Socialista: il primo riguardava la macchina rossa, mentre il secondo, pochi minuti dopo, parlava «con linguaggio burocratico del ministero degli Interni» di una «nota personalità». A quel punto, Cossiga «mi dice: “Mi devo dimettere”. Io gli rispondo: “Fai bene”. E ci abbracciamo». Quella telefonata arrivò – si apprende oggi – alle 9.30: circa tre ore prima dunque di quella dell’annuncio ufficiale delle Brigate rosse, scattata alle 12.15.


I servizi segreti inglesi e le rivelazioni su Kissinger

L’inchiesta di Report mira a gettare luce anche su altri aspetti del delitto politico più doloroso della storia della Repubblica italiana. Come quello del presunto coinvolgimento dei servizi segreti di altri Paesi del blocco occidentale nella “condanna a morte” dello statista italiano. Tra le nuove testimonianze raccolte dalla trasmissione di Rai 3, anche quella di Vincenzo Scotti, ministro in diversi governi tra il 1978 e il 1992 e a lungo ai vertici della Dc. Secondo Scotti, più volte l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger mise in chiaro la necessità di impedire che Moro potesse assumere la responsabilità di governo, aprendo la strada allo sdoganamento del Pci. Ad accendere le ostilità degli americani contro Moro, ricordando inoltre Scotti, erano anche le sue aperture al mondo arabo. Nel ’74 il presidente della Dc dichiarò fra l’altro che «il popolo palestinese non aveva bisogno di assistenza, ma di una patria», ribadendo così la sua posizione sul conflitto arabo. «Una posizione che né la dirigenza israeliana né quella americana potevano accettare», chiosa l’ex ministro.


Leggi anche: