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Pnrr, slitta di due anni l’ammodernamento di Tac, ecografi e risonanze negli ospedali

09 Gennaio 2024 - 10:35 Redazione
L'investimento da 1,2 miliardi euro per sostituire oltre 3mila apparecchiature è rinviato a giugno 2026 secondo il piano di revisione presentato dall'Italia

Nel nuovo piano di revisione del Pnrr presentato dall’Italia e approvato dalla Commissione europea a fine novembre, l’ammodernamento delle grandi apparecchiature di diagnostica degli ospedali viene rinviato di due anni. La scadenza per l’investimento da 1,2 miliardi di euro per sostituire 3.133 apparecchi sanitari vetusti per Tac, ecografie e risonanze slitta dal 2024 a giugno 2026. Il rinvio era già contenuto nella bozza presentata dopo la Cabina di regia sull’esame preliminare della revisione complessiva del Pnrr, come anticipato dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto questa estate. Come sottolinea oggi, 9 gennaio, Il Sole 24 Ore, ciò comporta diagnosi meno accurate, più esposizione alle radiazioni, più lentezza nell’esecuzione degli esami e nella digitalizzazione dei referti. Secondo i dati citati dal quotidiano economico, sono almeno 37mila le apparecchiature sanitarie vetuste. Ad avere più di 10 anni sono il 92 per cento dei mammografi, il 96 per cento delle Tac di base, il 91 per centodei sistemi radiografici fissi convenzionali, l’80,8 per cento delle unità mobili radiografiche convenzionali e il 30, 5 per cento delle risonanze magnetiche chiuse.

Secondo il vecchio Piano, 600 milioni di euro sarebbero dovuti essere impiegati entro il terzo trimestre del 2023 per sostituire 1.568 macchinari, e altrettanti entro la fine del 2024 per i restanti 1.565 apparecchi. Attraverso la piattaforma Consip erano già andate a gara circa l’80 per cento delle apparecchiature da ammodernare, e anche le Regioni avevano già eseguito la maggior parte degli ordini. Secondo Il Sole il rinvio è stato voluto non per la mancanza di macchinari, ma su richiesta di alcune Regioni perché gli ospedali non avrebbero adempiuto a tutti gli obblighi burocratici successivi, come lo smaltimento dei vecchi apparecchi e l’adeguamento dei locali. Lavori da eseguire con piccoli appalti da poche migliaia di euro nella maggior parte dei casi. A causa di questi ritardi, l’innovazione dei dispositivi rimane al palo, con circa la metà della apparecchiature presenti negli ospedali che rimarrà obsoleta.

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