Un altro post di Giovanna Pedretti simile a quello che ha fatto scandalo

Storia del pasticciaccio brutto di quella pizzeria. Paese furioso con i media

Vero o falsa che fosse la tragica recensione antigay e anti disabili di un presunto commensale della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, sicuramente quel testo rispecchiava il carattere della proprietaria, Giovanna Pedretti. Lei era solita rispondere per le rime a recensioni urticanti di clienti sotto il profilo Google della sua pizzeria. Come accadde in piena pandemia quando l’account Robert Bobby jr scrisse: «Pessima accoglienza…evitateli in quanto la maleducazione è di casa. Magari la pizza sarà anche buona…». Subito la pizzeria rispose per le rime: «Caro il mio ragazzo, la sua arroganza nel sedersi al tavolo prenotato da altri, senza chiedere nulla quasi fosse nel soggiorno di casa, senza mostrare il green pass e la scocciatura davanti alle nostre richieste… beh, noi manteniamo le regole anti covid per potere lavorare, se a lei non sta bene, questo non è il locale che fa per lei; quindi, mi permetto di chiederle di andare altrove, da noi troverebbe stesso servizio. Attenzione alle regole anti covid. Grazie e buona serata».


Pioggia di recensioni positive sulla pizzeria

Non mancano altre risposte decise così qualcuna firmata proprio da Giovanna in calce. Ma gran parte delle recensioni sia su Google che su Tripadvisor, dove ce ne sono 83, sono positive con i voti massimi per l’esperienza vissuta in quella pizzeria. Tanto che il locale è al secondo posto nella classifica dei migliori ristoranti di Sant’Angelo Lodigiano alle spalle della “Trattoria il circolino”, più low cost. Per 48 degli 83 la pizzeria è stata giudicata Eccellente. Per altri 21 Molto buona. E solo in sette se ne sono lamentati giudicandola Scarsa o addirittura Pessima. Uno di questi delusi – Nino – è stato lì a cena dopo l’esplosione del caso mediatico sulla recensione contro gay e disabili, ma prima della tragica fine di Giovanna. «Pizzeria senza infamia e senza lode», ha scritto il giorno dopo su Tripadvisor, «ci siamo recati dopo il can-can mediatico, per solidarietà. Forse i proprietari sono bravi nel rispondere a recensioni squallide (mi viene il dubbio inventate) ma per la cucina servirebbe un qualcosa in più. Tempi di attesa lunghi e pizza non ottima». La povera Giovanna questa volta non ha avuto il tempo di rispondergli per le rime.


Un locale piccolo ma in salute

Come testimoniano le recensioni, quella pizzeria era in salute. Non aveva una storia così lunga: l’iscrizione in camera di commercio risale al 2014, con l’allargamento della precedente attività del “Bar Tabacchi Gatto Verde” del marito di Giovanna, Aniello D’Avino detto Nello. Nella scia presentata a inizio 2015 la superficie totale del locale è indicata in 112 mq, di cui 40 mq specificati come «superficie di somministrazione». Il locale era abbastanza piccolo, con i distanziamenti poi resisi necessari per le regole anti-Covid i coperti erano 28. La proprietà della attività era quella di una srl – la Gattoverde – poi trasformata dal primo gennaio 2021 in società in accomandita semplice. Due i soci: il 49% era di Giovanna e la maggioranza (51%) del marito Aniello D’Avino, detto Nello. Il fatturato negli anni è oscillato fra i 230 e i 240 mila euro, per scendere poi nel 2020 proprio per la pandemia a 176 mila euro. Il locale era in perdita però per piccole somme (nel 2020 aveva perso poco più di 2 mila euro). Ma durante la pandemia ha potuto tamponare le perdite accedendo a finanziamenti e garanzie introdotte dai vari governi che si sono succeduti negli anni. Complessivamente sette provvedimenti di aiuto per piccole somme. Tre contributi a fondo perduto portano una data recente, quella del 17 maggio 2023: due sono di identico ammontare (4.091 euro) e uno un pizzico più consistente (8.182 euro).

Nel collage, il marito di Giovanna Pedretti Aniello “Nello” D’Avino e la figlia Fiorina

La rivolta del paese contro giornalisti e telecamere

Giovanna e Nello erano conosciuti e amati in tutta Sant’Angelo Lodigiano, che ha poco più di 13 mila abitanti. Giovanna era amata anche per il suo essere sempre in prima linea a raccogliere fondi o materiali per chi aveva più bisogno. Lo ha fatto durante la pandemia e anche nel 2022 quando ha promosso la raccolta fondi per acquisto di attrezzature mediche per i sanitari italiani inviati in Ucraina a curare i feriti della guerra scatenata dalla Russia. La tragica fine della ristoratrice dopo quell’improvviso clamore mediatico ha ammutolito quasi tutta la popolazione, sconvolta dal dolore ma anche dalla rabbia verso influencer e giornalisti che da giorni assediano il paese con le troupe al seguito. Ha scatenato indignazione anche un episodio denunciato sui social da Martina, una ragazza del paese, e rilanciato dall’ex fidanzato di Fiorina, figlia di Giovanna e Nello. «Seguire una donna di 84 anni fino a casa sua», denuncia Martina, «mentre come state sottolineando tutti ha già perso due figli in modo tragico non è da definire. Non ha senso. Non è giusto. Almeno la mamma lasciatela stare. Vergonatevi!!!».

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