Indagine su Solinas per corruzione, sequestrati beni e immobili per 350mila euro. Il governatore: «Tempismo perfetto»

Il governatore della Sardegna è indagato con altre sei persone dalla procura di Cagliari per la compravendita di un immobile e su una nomina

La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro di beni e immobili per un valore di circa 350mila euro nell’ambito dell’inchiesta in cui risulta indagato il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas insieme ad altre sei persone. Il governatore in quota lega è in questo momento al centro delle trattative nella maggioranza per decidere i candidati alle imminenti regionali. Solinas è sostenuto dal Partito sardo d’Azione e, sebbene i rapporti di forza nel centrodestra siano cambiati rispetto a cinque anni fa, non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa a vantaggio di Fratelli d’Italia. Per questo, in esclusiva al Tg1, ha tuonato contro il tempismo del provvedimento: «Questa indagine ha due elementi di sicuro rilievo: il primo è il tempismo, viene fatto a quattro giorni dalla presentazione delle liste e mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra, l’altro è che, essendo in fase di indagine, stiamo parlando di atti che dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio». E invece, ha aggiunto, gli atti «sono in possesso di tutti i media, i giornali e le televisioni e circolano liberamente. In un paese democratico, in uno Stato di diritto queste cose non dovrebbero accadere. Le subiamo per l’ennesima volta e siamo davanti, per tutto il resto, a un teorema indimostrato e indimostrabile costruito pervicacemente dalla polizia giudiziaria. Ma appena avremo l’opportunità di rappresentare i fatti nella loro verità si dimostrerà che non è stato fatto niente che non fosse più che lecito nella condotta del presidente della regione Sardegna».


Sono due i filoni di indagine che lo vedono coinvolto. Nel primo, è indagato con l’imprenditore Zedda per la compravendita di una proprietaà del governatore a Capoterra e poi l’acquisto di un’abitazione al Poetto di Cagliari. Secondo gli investigatori, Zedda avrebbe avuto in cambio la fornitura di termoscanner e il prolungamento di una fornitura nell’ambito del project financing di Nuoro. Il secondo filone riguarda invece presunte pressioni per la nomina di Roberto Raimondi alla direzione generale dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc bacino del Mediterraneo. Con loro sono indagati anche il consulente di Solinas, Christian Stevelli, il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata e il direttore generale della E-Campus Algonso Lovito.


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