Dalle tecniche per smettere di fumare agli interventi in ospedale: così l’ipnosi cresce in campo medico

Il chirurgo Marco Scaglione: «Funziona nel 90% dei casi, noi non abbiamo più l’anestesista in sala»

L’ipnosi è una pratica che viene utilizzata per diversi scopi. Molto conosciuta per l’uso che se ne in ambito psicoterapeutico, meno per quello medico. Negli ultimi anni è aumentato sia il numero di medici e psicologi che cercano di acquisire competenze in questo campo, sia quello dei pazienti che sempre più spesso mostrano interesse. Sono diverse, infatti, le università che offrono corsi in questo settore. Spesso l’ipnosi viene utilizzata per smettere di fumare, gestire il dolore fisico o prepararsi a un intervento chirurgico. Il dottor Marco Scaglione è un cardiologo noto in Italia per l’utilizzo di questa pratica durante i suoi interventi. E a Repubblica spiega come riesca a portare il paziente a uno «stato modificato della coscienza».


Dal fumo agli interventi: gli studi

Silvia Giacosa, presidente di Amisi (Associazione medica italiana per lo studio dell’ipnosi), sottolinea come nella psicoterapia ipnotica giochi un ruolo fondamentale la motivazione del paziente. Attraverso l’ipnosi, si crea uno stato di dormiveglia mentale che rende il paziente più incline a esplorare i suoi pensieri e a lavorare sull’origine del vizio, ad esempio senza la necessità di parlare direttamente delle sigarette. L’interesse per l’ipnosi è in costante aumento. Un dato che secondo il presidente dell’Istituto Granone di Torino, Massimo Somma, è attribuibile ai risultati positivi ottenuti con questa tecnica. Concorda Scaglione che ha condotto una serie di studi in cui si dimostra la possibilità di evitare anestesie generali o sedazioni profonde nel 90% dei casi, utilizzando l’ipnosi assieme a microdosi di farmaci antidolorifici. «E infatti – racconta – noi non abbiamo più l’anestesista in sala», dice Scaglione.


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