Missione militare e uso della forza: così Italia, Francia e Germania difenderanno le navi nel Mar Rosso dagli Houthi. Tajani: «È un dovere»

Coinvolte le due navi della missione Aspides la Federico Martinengo (F-596) e la Virginio Fasan (F-591). Il ministro degli Esteri: «Un passo considerevole verso una vera difesa europea. L’Italia è pronta a fare la sua parte»

Sarà «un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane» la missione navale nel Mar Rosso, con Francia, Germania e Italia. A garantirlo è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «C’è un crollo nel traffico mercantile, noi siamo un Paese esportatore e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi. Non facciamo la guerra a nessuno ma difendere le nostre navi è un dovere della Repubblica e del governo», ha ribadito. Saranno la Its Federico Martinengo (F-596) e la Virginio Fasan (F-591) le due navi che faranno parte della missione europea Aspides per proteggere il Mar Rosso. Con l’Italia ci saranno in prima fila la Francia e la Germania. Avrà il compito di difendere con l’uso della forza il commercio marittimo internazionale dal tiro a segno degli Houthi sulle navi cargo. Due giorni fa, fa sapere il Corriere della Sera, Roma, Parigi e Berlino hanno fatto circolare tra gli alleati europei un documento sulla libertà di navigazione nel Mar Rosso. Nel quale sottolineano la necessità di una missione militare con compiti difensivi e «l’importanza di utilizzare le strutture e la capacità già esistenti di Emasoh Agenor. Ovvero la missione con gli stessi scopi inaugurata dalla Francia nel 2020. La missione militare europea rappresenta per Tajani «un passo considerevole verso una vera difesa europea. L’Italia è pronta a fare la sua parte». La missione può comprendere anche quella Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.


Its Federico Martinengo (F-596) e Virginio Fasan

La missione era nata per proteggere i flussi marittimi attraverso lo stretto di Hormuz. Poi era stata estesa al Golfo Persico. Agenor ha sviluppato un coordinamento con gli altri Stati della zona. Aspides avrà lo stesso compito. Diverso dalla Prosperity Guardian che impegna gli angloamericani in prima linea. Ma le due missioni collaboreranno scambiandosi informazioni. I tre Paesi Ue «invitano l’Alto Rappresentante (ovvero Josep Borrell, ndr) a mettere in atto tutti i possibili sforzi diplomatici per assicurare che il mandato e le attività di Aspides godano del più alto grado di comprensione possibile nella regione e oltre». E chiedono agli altri stati dell’Ue di «considerare favorevolmente la loro partecipazione, con mezzi navali o contributi di personale».


L’articolo 44 del Trattato Ue

Ipotizzando così un’operazione che si basi sull’articolo 44 del Trattato. Che prevede che il Consiglio possa affidare la realizzazione di una missione «a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione», sempre in coordinamento con l’Ue. Il quartier generale potrebbe essere ospitato dall’Italia. Il lancio ufficiale dell’operazione è previsto per il 19 febbraio. «Aspides non è solo una missione di polizia internazionale. È un importantissimo segnale politico della Ue: siamo sulla direzione della difesa comune europea, che è il vero tassello necessario per la politica estera comune», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Israele e Palestina

Nel documento c’è anche un accenno al conflitto tra Israele e Hamas in Palestina. Si scrive che per favorire i negoziati i Paesi Ue e gli altri Stati coinvolti e le organizzazioni internazionali «dovrebbero definire le conseguenze previste in caso di impegno o di mancato impegno nel piano di pace». Sembra un richiamo a Benjamin Netanyahu. Ovvero al premier contrario a uno Stato palestinese.

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