Impero Ferragni, la storia di quei bond insoliti emessi dal socio dell’influencer e finiti nel bilancio degli infermieri

Cosa c’è dietro le obbligazioni da 15 milioni di euro, clonate e finite all’ente previdenziale degli infermieri

Tra le ombre dell’impero Ferragni si celano due strani bond da 15 milioni di euro «clonati» e finiti nel bilancio dell’Enpapi, l’ente previdenziale degli infermieri. A rivelarlo è il Corriere della Sera. Per comprendere cosa sia successo è necessario fare un passo indietro. Per chi non è avvezzo a temi finanziari, i bond – obbligazioni in italiano – sono titoli di debito emessi da società o enti pubblici che danno al possessore il diritto di rimborso per il denaro prestato, oltre agli interessi. Questi due insoliti bond di cui parla Mario Gerevini del Corriere non riguardano Ferragni, ma Paolo Barletta che è il principale socio di Fenice, ovvero la società che fa capo all’influencer e gestisce il suo brand. Ferragni detiene il 32,5% del capitale, Alchimia il 40%, il resto è in mano ai soci storici Barindelli e Morgese.


I soldi degli infermieri

Le obbligazioni originarie sono state emesse nel 2018 dalla società di Barletta: Alchimia. Ma il sottoscrittore è la società di un manager milanese che ha in garanzia la quota di controllo della società di Barletta. A fornire i fondi per l’operazione, però, secondo quanto sostiene il Corriere, sarebbero stati gli infermieri che hanno di fatto investito nelle attività legate a Chiara Ferragni. Barletta, a capo di un gruppo operante nell’immobiliare, alberghiero e venture capital, ha annunciato un accordo con Avm per la parziale cessione della quota di Fenice. Tuttavia, l’indagine sui pandori Balocco ha complicato l’ultima fase delle trattative. Dopo l’accordo, Alchimia ha incrementato il capitale per accogliere Danilo Iervolino, socio di minoranza vicino a Barletta. L’aumento di capitale ha richiesto l’approvazione del creditore pignoratizio, A.H. srl, che ha in pegno il 74% di Alchimia. Ciò solleva interrogativi sulla ragione per cui Barletta è vincolato e sull’identità del suo creditore. Qui entrano in gioco i bond.


La Anthilia Holding

La transazione ha inizio il 28 febbraio 2018, quando il Cda dell’Enpapi, basandosi sulla proposta di investimento presentata da Anthilla Holding srl, tramite l’amministratore delegato Andrea Cuturi, delibera l’approvazione dell’investimento nel titolo di debito emesso da Anthilia Holding. Si parla di 15 milioni di euro in tutto. Il vertice dell’Ente all’epoca scrisse che l’obiettivo dell’investimento era «supportare Pmi operanti nell’economia reale (target potenziali nei settori technology, fashion, healthcare-biotech e lifestyle». Ma a marzo 2018 e poi a gennaio 2019, Anthilia – che non opera in nessuno di questi settori – emette obbligazioni per 15 milioni in tutto sottoscritte da Enpapi con scadenza nel 2025 e con un tasso fisso del 4% per i primi tre anni, del 5% per il periodo 2021-2022 e del 6% per il periodo 2023-2025. Successivamente, nasce la holding Alchimia, il cui attivo principale è la partecipazione in Fenice. I 15 milioni ricevuti dagli infermieri vengono poi trasferiti ad Alchimia, sottoscrivendo bond di pari importo di quelli piazzati ad Enpapi, emessi nelle stesse date ma con una scadenza identica e un tasso di un punto percentuale superiore. Ad oggi, il perimetro in cui agisce il gruppo Barletta è particolarmente ampio, sia in Italia che all’estero.

Leggi anche: