Nucleare, Pichetto Fratin e i piccoli reattori per le aziende: «Occupano poco spazio e si costruiscono in poco tempo»

E sulle comunità energetiche il ministro aggiunge: «Potrebbero nascerne circa 20mila»

Il governo continua a spingere sul ritorno dell’energia nucleare in Italia. Oggi il ministro Gilberto Pichetto Fratin è tornato ad affrontare la questione in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha dichiarato che «si è avviato il percorso per un piano nazionale per la produzione di energia attraverso piccoli reattori, che potrebbero entrare in esercizio in sei o sette anni». Per il ministro dell’Ambiente quella dei piccoli reattori modulari, e non delle grandi centrali, rappresenta «una scelta naturale», perché «si possono costruire in poco tempo e occupano pochissimo spazio». Come già spiegato in precedenti interviste, Pichetto Fratin ha precisato che lo Stato non costruirà in prima persona i nuovi impianti, ma si limiterà a «garantire un quadro autorizzativo e regolatorio, oltre che un sistema di incentivi per produrre energia da impianti di questo tipo».


Nell’intervista, il ministro ha affrontato anche il tema delle comunità energetiche, proprio nelle ore in cui entra in vigore il decreto che ne incentiva la creazione. Si tratta di un modello, spiega Pichetto Fratin, che «assicura un vantaggio tariffario a famiglie, persone fisiche e piccole e medie imprese che si mettono insieme per produrre e consumare la propria energia da fonti rinnovabili». A questi incentivi si aggiunge poi un contributo a fondo perduto che può arrivare fino al 40% degli investimenti se si tratta di un comune con meno di 5 mila abitanti. In totale, per questo provvedimento il governo ha stanziato 5,7 miliardi di euro, di cui una parte provengono dai fondi del Pnrr. Secondo i calcoli del ministero, «ragionevolmente potrebbero nascere circa 20 mila comunità, con una potenza installata di 7 Gigawatt».


Foto di copertina: ANSA/Riccardo Antimiani | Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin durante il Question time al Senato (Roma, 25 gennaio 2024)

Leggi anche: