Appalti, subappalti ed errori: l’indagine sulla strage degli operai nel crollo del supermercato a Firenze

I reati ipotizzati: omicidio colposo plurimo e crollo colposo

L’indagine sulla strage degli operai nell’ex panificio militare destinato a diventare un supermercato Esselunga a Firenze parte da tre ipotesi. Il crollo della trave in cemento armato potrebbe essere stato provocato da un errore di progettazione, da uno nell’installazione o da un difetto di fabbrica. Indagano i pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone. I reati ipotizzati sono omicidio colposo plurimo e crollo colposo. E sulla dinamica dell’incidente c’è ancora molto da chiarire. Così come sulla catena di appalti e subappalti che ha portato al cantiere. Secondo la prima ricostruzione all’appalto hanno lavorato 63 aziende. Quattro quelle impegnate ieri nel momento del disastro.


La dinamica

Secondo la prima ricostruzione al momento del crollo gli operai erano impegnati a sistemare la trave nella mensola. Si trovavano nel quarto piano della struttura. All’improvviso la trave ha ceduto. Provocando così i crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani. La trave è un prodotto industriale arrivato in cantiere già finito. Ci sarà un’analisi del materiale utilizzato. E si effettuerà una comparazione con quelle già montate. La prima vittima accertata del cantiere è Luigi Coclite, 60 anni. Lascia due figli, di 18 e 22 anni, impegnati nello sport e nel volontariato. Era originario di Montorio al Vomano (Teramo). Aveva mantenuto i legami col paese dove vivono la madre Italia e i fratelli, e dove tornava spesso. Era emigrato anche per amore, non solo per lavoro: Luigi Coclite aveva conosciuto la moglie livornese durante una gita nella costa toscana e si erano sposati nel 1999.


Appalti e subappalti

Insieme avevano messo su una ditta per un periodo. Poi lui aveva trovato lavoro come autotrasportatore. Sotto la lente degli inquirenti finirà anche la catena di appalti e subappalti. E bisognerà anche capire se gli operai avevano un inquadramento professionale equiparato alle loro mansioni nel cantiere. Molte ditte inquadrano gli operai con contratti metalmeccanici e non edili. «Questo significa che non hanno avuto quella formazione specifica che serve per lavorare in un cantiere edile», dice Luca Vomero della Feneal Uil. La società committente dei lavori è La Villata Spa. Si tratta di un’immobiliare di investimento controllata da Esselunga e con sede a Milano.

Il committente e l’esecutore

Da un anno ne è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. L’esecutrice dei lavori è l’Aep, Attività Edilizie Pavesi. Ha sede a Pieve del Cairo in provincia di Pavia. La costruzione del supermercato impegna 30 aziende in subappalto. L’ultima comunicazione telematica risale all’8 febbraio. Tra i 62 appaltanti ci sono aziende come la Vangi (movimento terra), la Rdb di Pescara (prefabbricati) e tante piccole ditte individuali. La maggior parte ha titolari stranieri. L’architetto Federico Gurrieri, dello studio Gurrieri Associati di Firenze, ha la direzione dei lavori. Il panel di architetti, ingegneri, tecnici, progettisti che segue l’opera riporta nomi qualificati. In prevalenza sono tecnici dell’area fiorentina. Invece la progettazione architettonica è dell’architetto Fabio Nonis di Milano.

L’edificio

L’edificio in cui si è verificato il crollo è quello di via Mariti a Firenze. Si trova nel quartiere di Novoli. Nel 1936 fino agli anni Settanta è stato un panificio militare. L’area destinata al supermercato è grande 10 mila metri quadrati. I comitati cittadini hanno chiesto la riduzione della volumetria. Negli anni è stato utilizzato come deposito e magazzino. Tra le ipotesi anche la costruzione di appartamenti.

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