L’appello di Fabrizio Barretta sui social: «Aiutatemi, vogliono trasferire mio figlio di 4 anni in Inghilterra»

L’ex moglie dell’uomo, che vive nel Regno Unito, non potrebbe tenere il bambino con sé perché soffre di un disturbo della personalità. Ma il Tribunale dei Minori di Napoli ha comunque disposto il trasferimento

«Sono disperato, aiutatemi a dare voce a questa ingiustizia». Si chiude con questo appello il post pubblicato su Facebook da Fabrizio Barretta, che si presenta così: «Sono un papà divorziato con un bimbo di 4 anni e mezzo di nome Christian che vive con me a Quarto (NA)». Per alcuni anni, Barretta ha vissuto in Inghilterra, ma dal 2021 è residente in Italia con il figlio. O almeno per ora. Per un cavillo burocratico, infatti, il Tribunale dei Minori di Napoli ha disposto un nuovo trasferimento del piccolo Christian sul territorio britannico. «Tengo a precisare – scrive Barretta – che la madre del bimbo, anche lei italiana, tutt’ora vive lì ma non può tenere con se il bimbo in quanto ha problemi di salute mentale, più precisamente un disturbo di personalità». Stando a quanto raccontato dall’uomo su Facebook, le autorità britanniche avevano allontanato la donna dall’ ex marito e dal figlio nel 2021, «poiché era violenta ed instabile». Ora i giudici del capoluogo campano hanno chiesto di rispedire Christian in Inghilterra, dove però non potrebbe vivere con la madre.


«Verrebbe collocato in una casa famiglia e io di lui perderei completamente le tracce perché io in Inghilterra non posso tornare. Lì non ho né casa né lavoro né familiari o amici che mi possono ospitare o aiutare», scrive Fabrizio Barretta. A complicare questo passaggio ci sarebbe anche una barriera linguistica. Aggiunge l’uomo su Facebook: «Io sono italiano, la madre è italiana e il bimbo è italiano. Christian non conosce l’inglese anzi è affetto da un disturbo del linguaggio e fatica a parlare. Si troverebbe in un ambiente sconosciuto con nessuno che può capirlo e/o aiutarlo». Barretta racconta che, durante l’ultima udienza, sia il pubblico il ministero che gli assistenti sociali «si sono espressi in maniera contraria alla decisione di trasferire Christian, ritenendo che questo atto sarebbe pregiudizievole per l’incolumità del minore». Nonostante questo, i giudici hanno decretato il trasferimento del piccolo Christian, lasciando al padre un’unica possibilità: rendere pubblico il suo appello e sperare che qualcuno lo ascolti.


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