Roberto Vannacci indagato per istigazione all’odio razziale: nel mirino dei pm il suo libro «Il mondo al contrario»

Il generale è al centro anche di altre inchieste per danno erariale, peculato e truffa

Roberto Vannacci è indagato dalla procura di Roma per istigazione all’odio razziale sulla base di alcune frasi presenti nel suo libro Il mondo al contrario. Nelle scorse settimane sono state presentate numerose denunce da parte di diverse associazioni. Dopo la pubblicazione del testo, Vannacci era finito al centro delle critiche per il contenuto di quel libro, che gli è però valso una grande popolarità. Il generale, che sarebbe in procinto di candidarsi con la Lega alle prossime elezioni europee di giugno, è al centro anche di altre tre inchieste, i cui contorni si sono delineati solo in questi giorni. Ad indagare sono la procura ordinaria, quella militare e quella contabile su tre fascicoli distinti per truffa, peculato e truffa, danno erariale. Un’ispezione del ministero della Difesa sul periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca – dal 7 febbraio del 2021 al 18 maggio 2022 – ha evidenziato «criticità, anomalie e danni erariali» nelle richieste di rimborso effettuate con autocertificazione, per quanto atteneva all’uso di un’auto di servizio, per i rimborsi alle spese della moglie e della figlia, e per alcuni eventi in diversi ristoranti della capitale russa. Le inchieste si avvalgono di un supertestimone, il colonnello Vittorio Parrella, che nel 2023 ha preso il posto di Vannacci e ha segnalato alcune anomalie e criticità nella gestione amministrativa del suo predecessore.


Per l’avvocato Giorgio Carta, Vannacci è come Galileo Galiei che «è stato processato per le sue idee, ma 300 anni dopo è stato “assolto”. Speriamo, per dati anagrafici, di risolvere questa faccenda prima». Sull’iscrizione del registro degli indagati del generale, l’avvocato Carta dice: «L’unica istigazione fatta è alla riflessione e alla lettura. Nessuna istigazione all’odio».


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