La Hot Chip Challenge sparirà dal mercato, stop anche agli spot: la decisione dell’Antitrust contro la patatina ultra piccante delle sfide social

Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non sarebbero stati adeguatamente spiegati i rischi per la salute connessi al prodotto

La Hot Chip Challenge finisce qui. Almeno in Italia, dove l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha imposto di togliere dal commercio la patatina ultra piccante al centro di un omonimo trend social. La challenge (ovvero la sfida) che ha spopolato tra i più giovani consisteva infatti nel mangiare l’infuocata patatina resistendo il più possibile senza bere, resistendo alla sua piccantezza fuori dal normale. Su YouTube e TikTok diversi content creator si erano lanciati nella sfida. Uno di loro, il tiktoker Diego Simili, ha raccontato ai suoi follower di essere finito in ospedale dopo aver mangiato la patatina incriminata. Negli Stati Uniti, si sospetta che un ragazzino di 14 anni del Massachusetts sia morto dopo aver mangiato una patatina del tutto simile a quella in questione.


La decisione dell’AGCM

Per questo l’AGCM ha ritenuto che «gli impegni presentati dalla società siano idonei a far cessare i profili di illegittimità della pratica commerciale contestati nella comunicazione di avvio dell’istruttoria ovvero l’induzione ad una sfida rivolta, perlopiù, a consumatori adolescenti (diffusa anche attraverso i social media) e la non adeguata rappresentazione delle informazioni sui rischi per la salute connessi all’uso del prodotto». Inoltre l’Antitrust contestava «la mancanza di informazioni rilevanti su un prodotto alimentare che poteva mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie se bambini o adolescenti». Per questo, ha imposto alla società DAVE’s s.r.l., distributrice del prodotto, di non commercializzare e né pubblicizzare più l’articolo. Dovrà inoltre rimuoverlo dai suoi listini di vendita.


Le indagini

«Con questa decisione l’Autorità è intervenuta con successo per tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media», si legge ancora nel comunicato dell’AGCM. Lo scorso ottobre, dopo un esposto dell’Unione nazionale dei consumatori, il ministero della Salute ha assegnato ai carabinieri del Nas il compito di indagare il prodotto. Un mese dopo, l’Antitrust ha a sua volta avviato una indagine sulla Hot Chip Challenge.

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