Missione Aspides, il sì del Parlamento. La mediazione per incassare il voto degli M5s – Video

Il gruppo Avs si è astenuto e ha dichiarato la propria contrarietà all’intervento

La votazione della Camera è arrivata, a stretto giro anche quella del Senato. Dopo una lunga mediazione, la missione Aspides nel Mar Rosso a difesa delle navi mercantili che si dirigono verso Suez (nei fatti già operativa come ha dimostrato l’intervento difensivo della Nave Duilio il 2 marzo) è stata approvata a larghissima maggioranza, con la sola eccezione di Avs che si è astenuto nei due rami del parlamento. Per incassare un voto il più possibile ampio, la maggioranza ha lavorato a mediare anche con il Movimento cinque stelle, modificando il testo in un punto decisivo. Non sufficiente però a convincere Alleanza verdi e sinistra, che rimane contraria alla missione in se, al di là dei limiti operativi.


Cosa dice la relazione

La “relazione  sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia” (si chiama così il testo che sarà votato) specifica che le missioni in votazione sono in realtà tre:


  • La missione ‘Levante’, finalizzata a «fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas, inclusi interventi umanitari a favore della popolazione civile dell’area».
  • La “Euam Ukraine” a sostegno dell’Ucraina «nel suo impegno per la riforma del settore della sicurezza civile e si inserisce nel quadro del percorso di adesione di Kiev all’UE, che richiede l’adozione e l’attuazione delle riforme pertinenti, in particolare nei settori della democrazia, dei diritti umani, dell’economia di mercato e dell’attuazione dell”acquis’ dell’UE, con particolare riguardo al rafforzamento dello Stato di diritto, attraverso la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione».
  • E la più delicata, la missione ‘Eunavfor Aspides’, dedicata ad «iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area del Mar Rosso, Golfo Persico e Oceano indiano nord-occidentale”. In particolare, “l’avvio di Eunavfor Aspides – si legge nel documento – è stato deliberato nel corso della riunione del Consiglio affari esteri del 19 febbraio, con l’obiettivo di ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 2722(2024), approvata il 10 gennaio 2024, in cui si chiede l’immediata cessazione degli attacchi Houthi e si ribadisce il diritto degli Stati membri, in conformità al diritto internazionale, di difendere le loro navi da attacchi, compresi quelli che compromettono i diritti e le libertà di navigazione».

La parola modificata

Il Movimento cinque stelle aveva chiesto di eliminare dal testo in votazione ogni ambiguità sullo scopo esclusivamente difensivo della missione. La formula “eminentemente difensivi”, riferiti agli scopi della missione, è rimasta esclusivamente nella scheda tecnica preparatoria ma non nella risoluzione approvata. Nella relazione attuale, la formula scelta dice che la missione è conforme al «diritto degli Stati membri, in conformità del diritto internazionale, di difendere le loro navi da attacchi, compresi quelli che compromettono i diritti e le libertà di navigazione». Marco Pellegrini, intervenendo in aula per il Movimento, ha spiegato che gli m5s sono stati «rassicurati» anche dal relatore di maggioranza, in questo senso. Ma ha comunque fatto un intervento condizionato, spiegando che anche il Movimento ha presentato dei testi: «Sosterremo anche Aspides nel Mar Rosso, se sarà una missione con compiti difensivi». E, effettivamente, a stretto giro il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha spiegato che il governo dà parere favorevole alla risoluzione del M5S che autorizza le tre missioni internazionali ma chiede un impegno affinché quella nel Mar Rosso abbia carattere “difensivo”. Anche il Partito democratico ha presentato una risoluzione alternativa a quella del governo. Anche se ha votato a favore di quella del governo, il Pd ha presentato un testo in cui chiede maggior impegno sugli aiuti umanitari a Gaza, nonostante il parere contrario del governo (poi battuto). Avs, invece, è rimasta contraria ad Aspides, come ha spiegato in aula Luana Zanella: «Il rischio di estensione del conflitto è più che realistico».

Mezzi e uomini impiegati

Nel testo della deliberazione si spiega poi che «la consistenza massima complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei vari teatri operativi è di 834 unità, mentre il fabbisogno finanziario è pari a euro 45 milioni 863 mila e 901 euro, di cui 35.213.901 euro relativi all’anno 2024 e 10.650.000 euro per obbligazioni esigibili nel 2025. A questi si aggiungono euro 66.543 per il magistrato distaccato in Ucraina nell’ambito della missione EUAM Ukraine». L’autorizzazione durerà fino alla fine del 2024.

L’intervento di Tajani

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto in replica parlando della preoccupazione per la situazione a Gaza da parte del governo italiano: «Abbiamo appreso con sgomento della strage di giovedì scorso a Gaza. Un massacro di civili inermi che ha complicato, purtroppo, i negoziati in corso per il raggiungimento di una tregua. Nessuno può cancellare i fatti del 7 ottobre. È stata la spietata caccia all’ebreo scatenata da Hamas ad innescare il conflitto. Ma sono troppe le vittime palestinesi che non hanno nulla a che vedere con i terroristi», ha detto. «È fondamentale continuare a lavorare per un rapido rilascio degli ostaggi ma anche per incrementare gli aiuti nella Striscia di Gaza. Altrimenti, corriamo il rischio di una catastrofe umanitaria ancor più devastante. Dobbiamo far arrivare nella Striscia tutti gli aiuti alimentari di cui c’è bisogno. Per questo vogliamo promuovere un’iniziativa umanitaria coordinata. L’ho chiamata Food for Gaza». «Sul piano politico-diplomatico, è essenziale raggiungere un cessate il fuoco sostenibile a Gaza. E questo anche per attenuare le tensioni regionali. L’Italia chiede una pausa prolungata e duratura delle ostilità, che porti a un cessate il fuoco sostenibile come richiesto anche dalle Risoluzioni 2712 e 2720 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu».

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