Il veronese Luca Falcon muore in Africa: donava protesi ai bisognosi dopo aver perso una gamba

A spazzare via la vita del 35enne sarebbe stato un incidente con un camion

Aveva trasformato un tragico incidente in una risorsa per fare del bene. Dopo aver perso piede e gamba sinistra in seguito a un incidente, nel 2016, il veronese Luca Falcon aveva infatti deciso di dedicare la sua vita alla donazione di protesi per i più bisognosi. Con questo obiettivo, insieme alla moglie Giulia aveva fondato l’associazione «Karma on the road». Riusciva così a combinare il suo scopo alla sua passione, quella per la motocicletta a bordo della quale viaggiava per l’Africa, da Nord a Sud. «Oggi sono tremendamente felice. Sono felice perché il successo è essere liberi o quantomeno essere liberi di essere se stessi», aveva scritto il giorno del suo 35esimo compleanno. Il giorno dopo, Falcon ha perso la vita.


L’incidente

Secondo quanto si sa al momento, la scorsa domenica un camion l’ha investito. L’uomo sarebbe morto sul colpo: «La dinamica dell’incidente non è molto chiara — ha spiegato al Corriere la moglie Giulia Trabucco —. Non ho ancora il referto della polizia, ma è davvero irrilevante. Il fatto è che l’amore della mia vita non c’è più. Mi hanno detto che è stato istantaneo, non si deve essere accorto di niente. Almeno sappiamo che si è spento facendo ciò che amava di più nella vita: viaggiare in moto». Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha dichiarato che quella di Luca «è una storia di coraggio, di uno spirito forte che ha superato le difficoltà mettendosi al servizio degli altri e facendo del bene». Luca Zaia ha definito la sua morte «una tragedia che colpisce non solo le persone a cui dedicava il suo impegno, ma anche l’intera comunità internazionale che beneficia del suo lavoro».


Il docufilm

Giulia ricorda che negli ultimi tempi suo marito stava lavorando a un docufilm per promuovere l’inserimento sociale di chi vive un’amputazione. «Onorerò la memoria di Luca — prosegue Giulia —. Il docufilm uscirà e sarà la testimonianza della sua forza, del suo immenso coraggio e di quanto lui ed io siamo riusciti a fare da soli in questi anni. Nessuno dimenticherà, io non potrò mai. Lui è stato una roccia e ha lottato per tornare a vivere e ispirare gli altri. Il bene fatto rimane e sarò sempre orgogliosa di averlo fatto con lui. Ora però non vedo cosa dovrei imparare da tutto questo. Il buio ha preso il posto della speranza».

Foto copertina: Corriere della Sera

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