Dossieraggio: il filone segreto dell’inchiesta di Perugia, gli 8 giornalisti indagati e il «mercato di notizie riservate»

I presunti rapporti di Striano con i servizi segreti. L’audizione di Cantone al Copasir. E gli atti d’indagine spediti

Il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo che parla di un mercato di notizie riservate e dice che Pasquale Striano non era solo. E un filone “segreto” dell’inchiesta di Perugia. In cui potrebbero essere coinvolti uomini dei servizi segreti. Mentre si attende l’audizione di Raffaele Cantone al Copasir, l’indagine sul dossieraggio partita dagli accessi abusivi ai sistemi informatici del luogotenente della Guardia di Finanza può fare un salto di qualità. Mentre nella polemica politica finisce Federico Cafiero De Raho, ex numero uno della Dna e oggi deputato del Movimento 5 Stelle. Melillo ha infatti detto ieri in audizione che è stato lui a far cambiare il sistema delle banche dati per aumentare i controlli, mentre prima era «un colabrodo». E così da Italia Viva sono partiti attacchi al suo predecessore.


Cantone al Copasir

A parlare di un filone “segreto” nell’inchiesta di Perugia è oggi Il Fatto Quotidiano. Il giornale anticipa che Cantone al Copasir potrebbe parlare proprio di questo. Partendo dall’utilizzo che è stato fatto delle informazioni che Striano ha continuato a passare. In alcuni casi le ha inviate a giornalisti, e infatti sono otto i cronisti indagati nella vicenda (tre lavorano per il quotidiano Domani). Ma secondo l’indagine ci sono anche ricerche che per i magistrati non sono legate a giornali e giornalisti. E che avevano come soggetto personaggi di primo piano. Alcune sono state effettuate interrogando il sistema Sidda-Sidna, la banca dati nazionale in cui confluiscono gli atti di tutte le procure distrettuali d’Italia. In totale gli iscritti al registro degli indagati sono 15. Come testimone è stato ascoltato Giovanni Russo, oggi capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e in passato procuratore aggiunto alla Dna.


I giornalisti indagati

I giornalisti indagati in totale sono otto. Oltre a Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, una di loro sarebbe presente negli elenchi dell’Ordine dal 2007. Gli altri non sarebbero iscritti. Il Giornale pubblica le loro iniziali: G.S., D.C., S.V., R.N. Sono accostati in concorso di reato con Striano in qualità di giornalisti richiedenti informazioni. Non è chiaro con quali testate abbiano collaborato, mentre secondo la procura online non c’è traccia della loro attività. Secondo la ricostruzione di Cantone a volte erano i giornalisti a chiedere informazioni al luogotenente, altre era il finanziere a effettuare accessi per suo conto e a fare girare le informazioni. Domani si è difeso facendo notare che l’inchiesta di Perugia non parla di dossieraggio contro politici e che gli atti che i cronisti hanno ricevuto sono ordinanze, avvisi di chiusura indagine e non le SOS.

Mercato di notizie riservate

Nelle parole di Melillo ieri in Antimafia è passata la descrizione di un gigantesco «mercato di notizie riservate» che toccano l’economia e gli apparati statali. Gli accessi di Striano e i dossier riguardavano dati prelevati dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza. Molti sono stati effettuati con computer e credenziali del suo corpo di appartenenza. E quindi non dalla procura, dove lavora dal 2016. L’uomo delle Fiamme Gialle ha ricevuto invece le informazioni che riguardavano Gravina attraverso documenti avuti da persone non identificate in un bar vicino alla procura.

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