Efedrina, arriva la stretta sulla sostanza degli spray nasali: «Così si rischia infarto e ictus»

Usata per la produzione di sostanze stupefacenti come la metamfetamina, è spesso sfruttata per aumentare la concentrazione nello studio o per dimagrire, l’efedrina in grandi dosi porta a rischi elevati, come spiega lo psichiatra Massimo Clerici

Potrebbero presto cambiare le regole per le aziende farmaceutiche che producono e vendono farmaci che contengono efedrina, sostanza presente anche come principio attivo in diversi medicinali di uso quotidiano, come gli spray decongestionanti per il naso o i broncodilatatori per l’asma. Domani è previsto l’arrivo sul tavolo del Consiglio dei ministri di uno schema di decreto legislativo che dovrebbe introdurre una stretta alle regole sull’uso e la sorveglianza dell’efedrina, soprattutto per contrastare l’uso illecito nelle produzioni di droghe. Così come già indicato dal regolamento Ue sul tema, il Testo unico stupefacenti introdurrà una quarta categoria ai cosiddetti «precursori di droghe», spiega il Messaggero.


L’uso nello sport e nello studio

Oltre a essere presente come principio attivo negli spray di medicinali da banco, l’efedrina è anche usata per scopi illeciti, considerando il suo effetto psicoattivo, che in grosse dosi può essere un ingrediente per la produzione di sostanze stupefacenti. Ad esempio viene usata nella sintesi della metamfetamina. Già da tempo è noto come l’efedrina abbia effetti anche sul sistema nervoso centrale. In passato era anche usata come sostanza dopante nello sport, tant’è che se rilevata in quantità superiori a 10 microgrammi su un millilitro nelle urine, per il Comitato olimpico internazionale si tratta di doping. «In passato è stato usato anche per migliorare la concentrazione nello studio o anche per dimagrire – racconta al Messaggero il professor Massimo Clerici, docente ordinario di Psichiatria dell’Università Bicocca di Milano – Ora pare sia ritornato in auge tra i produttori di sostanze illegali».


I rischi

Un uso a dosi importanti di sostanze a base di efedrina rischia di scatenare «stati di ansia, confusione , irrequietezza, insonnia, stati psicotici», spiega il professor Clerici. Ma i rischi possono essere ancor più gravi: «Anche fibrillazione cardiaca, infarto e ictus». Se poi quei farmaci a base di efedrina vengono assunti con altre sostanze eccitanti, dal caffè alle amfetamine «si può andare in coma – avverte Clerici – e arrivare addirittura alla morte».

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