Dalla parità salariale al cambiamento climatico: tutte le volte in cui la cerimonia degli Oscar è diventata una questione politica

1978: Vanessa Redgrave attacca i sionisti

Pochi anni dopo il clamoroso gesto di Brando, avvenne un altro episodio, forse meno noto, che vide protagonista l’attrice Vanessa Redgrave. Era il 1978, quando vinse il premio come migliore attrice non protagonista per Giulia, in cui interpretava un agente antinazista. Nel suo discorso di accettazione, si scagliò contro i «criminali sionisti» che spadroneggiavano in Palestina. «Dovreste essere orgogliosi del fatto che nelle ultime settimane siete rimasti fermi e non vi siete lasciati intimidire dalle minacce di un piccolo gruppo di sionisti il cui comportamento è un insulto alla statura di tutti gli Ebrei del mondo e alla loro grande ed eroica lotta contro il fascismo e l’oppressione», furono le sue dure parole. E ancora: «Vi saluto, vi ringrazio e vi assicuro che continuerò a combattere contro l’antisemitismo e il fascismo». Lo sceneggiatore filo-israeliano Paddy Chayefsky, che salì sul palco dopo di lei, commentò piccato che «vincere un Academy Award non è un momento cruciale nella storia, non richiede un proclama. Un semplice ‘Grazie’ sarebbe stato sufficiente».