A Milano è allarme disturbi alimentari: «Dal 2020 casi in aumento del 30% tra i giovani, soprattutto ragazze»

Il racconto di Marta: «È stata una mia prof del liceo a convincermi a chiedere aiuto»

A Milano è allarme disturbi alimentari tra i giovani. Secondo Sara Bertelli, direttrice del Centro per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione dell’Asst Santi Paolo e Carlo, «dal 2020 i casi sono aumentati del 20-30% circa». Nove volte su dieci, aggiunge in un’intervista al Corriere, «si tratta di ragazze, ma ci sono anche maschi che ne soffrono. Agli ambulatori specializzati in Dca si rivolgono anche ragazzini giovanissimi, in alcuni casi di soli dieci anni. È il caso di Marta, studentessa oggi 22enne di Scienze Biologiche che da circa 12 anni si confronta con l’anoressia. «Il disturbo alimentare mi ha reso una bugiarda perfetta», racconta alla giornalista del Corriere, Sara Bettoni.


I centri per la Dca

«Per anni mia mamma e gli amici non si sono resi conto dei sintomi, non hanno capito. I primi segnali sono comparsi alle medie, quando il mio corpo ha cominciato a svilupparsi, ma io volevo rimanere bambina», dice. Sono state la sua migliore amica e una professoressa di Latino e Greco del liceo a portare Marta per la prima volta al Centro per i disturbi alimentari. Al momento, spiega la direttrice Sara Bertelli, sono circa 400 i pazienti in cura, con percorsi che durano in media 5 anni. Ogni anno, il suo centro accoglie circa 60-70 nuovi casi. In media, si tratta di circa un paziente in più a un settimana, a fronte però di quattro richieste d’aiuto. Marta ricorda ancora quando ha cominciato a notare i primi problemi: «Ero diventata lentissima nel mangiare. Spezzettavo ogni maccherone in cinque o sei parti, che dovevano essere identiche. Intervallavo ogni boccone con un bicchiere d’acqua, per calmare i crampi di fame», racconta la 22enne.


Il consiglio della prof

Quando il suo peso ha iniziato a calare, settimana dopo settimana, è stata una prof del liceo a consigliarle di rivolgersi al centro per i Dca. «Mi sono fidata. Mi sono sentita scoperta: la bugia non reggeva più», ricorda Marta. In una scala da 0 a 100, la ragazza dice di sentirsi arrivata «al 60». E ora che ha piena consapevolezza del problema, ha già in mente cosa vuol fare in futuro: «Come mi vedo da grande? Nutrizionista».

Foto di copertina: ANSA/Tino Romano | Una manifestazione in piazza Castello, a Torino, per chiedere l’attuazione della legge sui disturbi alimentari (19 gennaio 2024)

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