Basilicata, scontro su Lacerenza: attivisti e sindaci del centrosinistra contro il candidato del Campo Largo

In un documento minacciano di distaccarsi formando «il polo dell’orgoglio lucano»

Il centrosinistra lucano si spacca attorno al nome di Domenico Lacerenza, sul quale Elly Schlein e Giuseppe Conte avevano trovato la quadra per il campo largo, con l’appoggio di +Europa e Alleanza Verdi-Sinistra e il benestare anche della prima scelta dei dem, Angelo Chiorazzo. Una soluzione però che non sembra affatto accontentare tutti. Attivisti, sindaci, amministratori sindacalisti e dirigenti del Pd e del centrosinistra in Basilicata hanno infatti ordinato di ritirare la candidatura di Lacerenza. Altrimenti promuoveranno «il polo dell’orgoglio lucano». La richiesta, anticipata da post infuocati sui social, è stata formalizzata in un documento diffuso da Giovanni Petruzzi, all’epoca coordinatore della mozione Cuperlo. Il quale ritiene «quanto mai opportuno ed urgentissimo» che venga convocata la direzione regionale del Pd, «che non ha mai discusso né deliberato la candidatura a presidente di Lacerenza».


La polemica

A dar fastidio ai firmatari del documento, in procinto di avviare una guerra intestina, ci sarebbero le modalità con cui il nome di Lacerenza, primario di Oculistica all’ospedale San Carlo di Potenza, è stato individuato. Si parla di «oligarchica indicazione» di uno «stimato professionista completamente a digiuno di politica, per sottostare agli incomprensibili veti del M5s». Manovra che avrebbe mortificato le energie popolari che si erano raccolte intorno ad Angelo Chiorazzo. Il suo movimento Basilicata Casa Comune in pochi mesi era stato infatti dato al 15 per cento. Ma il veto dei 5 Stelle rischiava di far naufragare gli sforzi di coalizione. 


«Un’offesa alla dignità del popolo lucano»

L’ingerenza dei pentastellati, da un lato, e di Roma, dall’altro, avrebbe mandato su tutte le furie i membri del Pd locale. Nel documento si legge che «l’individuazione verticistica del candidato Presidente della Regione senza alcuna forma di confronto e di condivisione con chi quotidianamente vive nelle trincee del territorio lucano, offende la dignità e l’autonomia del popolo lucano che si riconosce nel centrosinistra. E rischia di regalare, senza neanche l’onore delle armi, altri cinque anni di non governo Bardi ai nostri avversari politici del centrodestra». I firmatari del documento si appellano quindi «a tutte le forze, politiche e civiche, del centrosinistra affinché si azzeri la situazione e si converga sull’indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il centrodestra».

L’alternativa

Che per loro, continua ad essere appunto quella di Angelo Chiorazzo. Ma propongono anche un’alternativa: «Una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell’impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni». Un appello che, se non verrà accolto «in tempi rapidi», spianerà la strada alla creazione autonoma di «un innovativo polo dell’orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi sia il Centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che, forse, si realizzerà a sostegno di Lacerenza».

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