Carlo Calenda e l’accordo Pd-M5s in Basilicata: «Alla fine il centrosinistra indicherà Conte premier»

Il leader di Azione pensa di appoggiare il candidato del centrodestra: «Ora sta a Schlein farsi sentire»

«Penso che da molto tempo è in atto un tentativo da parte di Giuseppe Conte di comandare nel campo cosiddetto progressista. Mercoledì ne abbiamo avuto la prova». Carlo Calenda va all’attacco del leader del Movimento 5 Stelle dopo l’accordo tra Partito Democratico e grillini sul candidato governatore in Basilicata. E annuncia che sta pensando di appoggiare il candidato del centrodestra Vito Bardi: «Verificherò qual è la cosa più giusta da fare per Azione con Marcello Pittella, che è stato governatore della Basilicata, una regione in cui abbiamo preso il 12 per cento. Anche lui è rimasto attonito per le modalità e il Pd lucano è completamente spaccato. Questa di Domenico Lacerenza è una candidatura improbabile, di una persona che non ha mai fatto politica o amministrato e che ha subito dichiarato che per lui non è importante vincere. Mi sembra un quadro da dilettanti allo sbaraglio».


La rottura

«Io avevo sentito Elly Schlein in mattinata per capire qual era un candidato che loro potessero sostenere, lei mi ha detto che non aveva nomi e che ovviamente lo avrebbe condiviso prima. E poi ci hanno fatto trovare non solo un nome, ma anche una coalizione già fatta che recepiva un veto di Conte su Azione. Ne prendiamo atto», precisa il leader in un’intervista al Corriere della Sera. Che continua ad attaccare Conte: «Non si è mai visto nella storia che un partito come il Pd accetti veti da uno che vale la metà del Pd, non sa scegliere tra Biden e Trump, vuole la resa dell’Ucraina. Il Pd fa finta di niente, pensando di addomesticare il populista, ma è il populista che sta addomesticando loro». E rivela che «i responsabili di Azione mi hanno scritto che il M5S ha dato mandato di mettere veti su tutte le coalizioni con Pd che comprendono Azione. Nel mentre Elly Schlein rimane in silenzio».


Il Conte 2 e il candidato a Palazzo Chigi

Secondo Calenda «tutto nasce con il Conte 2 e con il racconto del “grande punto di riferimento dei progressisti”. Quello che aveva fatto i decreti sicurezza e che il Pd chiamava “burattino di Salvini”. Da lì in poi i Cinque Stelle sono rinati e oggi tocca al Partito democratico inseguirli…». Poi il pronostico: «Alle prossime elezioni politiche il centrosinistra candiderà alla presidenza del Consiglio Conte, perché questa, per lui, è l’unica condizione per accettare di fare un’alleanza. Quelli del Pd stanno andando a finire così. E tutto ciò, mi spiace dirlo, sta avvenendo nel silenzio dei riformisti del Pd. Alla fine come si sono fatti andare bene il Conte 2 si faranno andare bene Conte leader». Infine, l’ultima offerta: «Ora sta al Pd farsi sentire. Ritiri un candidato destinato a una disfatta e apra un confronto serio e di merito, rifiutando i veti di Conte. Ne verrà del bene anche a loro».

Leggi anche: