Putin 2030 – Pensioni, salari, benefit: così lo Zar ha vinto le elezioni in Russia

Il plebiscito con il risultato più alto dall’era sovietica. L’uomo solo al comando. Il sostegno sulla guerra, l’occupazione, gli stipendi più alti

Tutto come previsto. Vladimir Putin ha vinto le elezioni in Russia con l’87,8% dei voti, il risultato più alto mai registrato nell’era post sovietica. Salito al potere per la prima volta nel 1999, con l’incarico fino al 2030 lo Zar si prepara ad eguagliare gli anni di longevità politica di Stalin. E visto che potrà concorrere per un sesto mandato, potrebbe anche superarlo. Secondo alle elezioni è arrivato il candidato comunista Nikolai Kharitonov con poco meno del 4%. Terzo Vladislav Davankov e quarto l’ultranazionalista Leonid Slutsky. Nel suo discorso sulla vittoria il presidente ha detto che rafforzerà l’esercito russo e darà priorità all’Operazione Speciale in Ucraina. Ha anche nominato per la prima volta Alexei Navalny, sostenendo che era pronto a metterlo in libertà e che le proteste nel suo nome non hanno influito sul risultato delle elezioni.


Un uomo solo al comando

Dall’esilio o dal carcere i leader dell’opposizione avevano esortato ad andare alle urne in massa a mezzogiorno in memoria di Navalny e a votare contro Putin. Centinaia di persone hanno seguito l’appello, in prima fila la vedova del dissidente Navalnaya che ha votato a Berlino scrivendo sulla scheda il nome del marito. Oggi Putin dovrebbe celebrare la sua vittoria, nel decimo anniversario dell’annessione della Crimea, con un concerto nella Piazza Rossa di Mosca. Poi, spiega il Corriere della Sera, cambierà qualche pedina della sua scacchiera. Gli asset della Danone saranno affidati a Mintimer Mingozov. Il prossimo capo del governo potrebbe essere Dimitry Patrushev, ministro dell’Agricoltura e figlio del fedelissimo di Putin Nikolaj. Il clan di San Pietroburgo invece rimarrà ancorato al potere. Che è saldissimo nelle mani dell’uomo che ha scatenato la guerra in Ucraina.


L’Ucraina

Le autorità intanto cercano di evitare un’altra mobilitazione parziale per la guerra in Ucraina. Ma la vittoria alle elezioni gli lascia le mani ancora più libere. Anche perché, spiega Denis Volkov del Centro Levada, «non c’è dubbio che il suo consenso sia intorno all’80%. È così dal febbraio 2022. Prima dell’Operazione militare speciale, metà dei russi era favorevole a una sua ricandidatura, metà era contraria. Dopo il 24 febbraio 2022, i sostenitori di un nuovo mandato di Putin al Cremlino sono saliti dal 45% al 75%, poi al 78% e infine all’80%. Ma se si calcola questa percentuale soltanto tra chi è pronto ad andare a votare sale all’85%. Nulla di insolito, dunque. L’unica incognita era l’affluenza. Ma eravamo certi che il dato avrebbe superato quello del 2018 perché l’intensa campagna di Putin per portare la gente alle urne ha funzionato. Grazie anche a elezioni su tre giorni e al voto a distanza», sottolinea.

Il sostegno sulla guerra

Non c’è dubbio che Putin registri un grande sostegno sulla guerra in Ucraina: «Ci sono uomini molto aggressivi che sostengono che la Russia debba arrivare fino al confine ucraino con la Polonia. Sono il 20% e sono il nocciolo duro del 45-50% di popolazione che sostiene solidamente l’esercito russo in Ucraina. Poi c’è un altro 30% il cui sostegno è più debole, circostanziale. Gente che pensa che la guerra sia un male, ma che si affida a Putin perché “sa come agire”. La maggior parte dei russi, in ogni caso, come nel 2014, vede il conflitto in Ucraina come parte dell’eterno confronto tra Russia e Occidente».

L’economia

Quando vuole spiegare il motivo del consenso dello Zar, Volkov cita l’economia: «Grazie all’indicizzazione di pensioni e salari e all’ampliamento dei benefit sociali, c’è stata una grande redistribuzione della ricchezza. In più mezzo milione di russi hanno lasciato il Paese e un’altra mezzo sono stati reclutati o si sono arruolati come volontari. In totale oltre un milione di russi sono venuti a mancare all’economia il che, insieme all’industria militare a pieno regime, ha significato più occupazione e salari più alti. Tutto questo alimenta un grande ottimismo e aiuta a mantenere la stabilità sociale. Non è la società russa che si è adattata, come spesso si dice, ma lo Stato ha investito tanto per aiutarla ad adattarsi. E la società ricambia con la lealtà al regime. Un altro fattore importante è che la maggioranza della popolazione non è coinvolta direttamente nel conflitto in Ucraina. Può vivere la sua vita normalmente. L’unico grande shock è stato la mobilitazione parziale, ma è stato superato».

A Belgorod

Si è votato anche nella regione di frontiera di Belgorod. Nonostante i bombardamenti ucraini e i tentativi di infiltrazione dei russi che stanno con Kiev. A Mosca la polizia si è schierata nei punti strategici, come le stazioni della metropolitana. Intanto Leonid Volkov, l’ex braccio destro di Navalny aggredito a martellate nei giorni scorsi in Lituania, ha affermato che la schiacciante vittoria di Putin «non ha nulla a che fare con la realtà».

Foto copertina da: Substack

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