Elezioni russe 2024. Ecco chi sono i comodi “avversari” di Vladimir Putin

Ammessi solo i sostenitori dell’invasione in Ucraina e quelli che si sono impegnati a non criticare Putin durante la campagna elettorale

Le elezioni presidenziali russe si terranno da venerdì 15 a domenica 17 marzo 2024. Il voto sembra scontato, con un Vladimir Putin, ovviamente favorito per il suo quinto mandato contro un’opposizione di fatto favorevole. Basti pensare che gli unici contrari all’invasione dell’Ucraina sono stato di fatto esclusi nonostante avessero raccolto migliaia di firme per presentare la propria candidatura. A rendere ancora di più incontrastata la vittoria del leader russo, in carica dal 1999 e con la possibilità di mantenere il potere almeno fino al 2036, è l’assenza degli osservatori europei a cui non verrà dato accesso per monitorare il voto di questo fine settimana. Nulla è lasciato al caso, come dimostrato dall’inchiesta “Kremlin leaks” che svela come il Cremlino abbia speso oltre un miliardo di euro per garantire il successo di Vladimir Putin.


L’opposizione negata

Prima di elencare i nomi dei “candidati” ammessi, bisogna tenere in considerazione quelli esclusi. Si tratta degli oppositori Boris Nadezhdin e Yekaterina Duntsova, gli unici contrari all’invasione russa in Ucraina. La loro domanda di ammissione è stata respinta per presunte irregolarità durante la raccolta delle firme. Nel caso di Nadezhdin, il quale ha presentato ricorso presso la Corte Suprema della Federazione russa, la Commissione elettorale ha contestato il 15% delle 105 mila firme raccolte (su 100 mila minime necessarie) ritenendo che appartenessero in parte a persone decedute.


Chi ha già perso il ricorso presso la Corte Suprema è Yekaterina Duntsova, ex giornalista e pacifista russa. La Commissione elettorale aveva rifiutato la sua candidatura sostenendo che vi fossero errori, in particolare ortografici, nei documenti utili alla presentazione. Duntsova, a seguito dell’esclusione, aveva invitato i suoi sostenitori a votare per Boris Nadezhdin.

I candidati “favorevoli” a Vladimir Putin

Rispetto agli esclusi, i tre candidati ammessi hanno sostenuto l’invasione russa in Ucraina e risultano tutti sanzionati dall’Occidente.

Nikolai Kharitonov

Tra i meno favoriti troviamo il 75enne Nikolai Kharitonov, deputato della Duma dal 1993 e rappresentante del Partito Comunista Russo. Kharitonov si candidò alla presidenza nel 2004 arrivando secondo dietro a Putin con il 13% dei voti, ma secondo i “sondaggi” potrebbe arrivare al 4% durante questa tornata contro un 75% a favore dell’attuale leader russo. Uno dei motivi per il quale non può essere considerato un “oppositore” dell’attuale governo sta nel fatto che si è impegnato a non criticare Putin durante le elezioni presidenziali russe del 2024.

Leonid Slutsky

Altro sfavorito è il 56enne Leonid Slutsky, leader nazionalista del partito di estrema destra LDPR. Deputato dal 2000, i sondaggi lo vedono toccare appena il 3% dei voti. Nel 2018 venne accusato di molestie sessuali nei confronti di tre giornaliste, ottenendo il soprannome di “Harvey Weinstein russo”, ottenendo l’assoluzione dalla Duma. In un’indagine svolta dal gruppo di Navalny, Slutsky sarebbe in possesso di alcune auto di lusso eccessivamente costose rispetto al suo reddito ufficiale. Noto per essere uno dei sostenitori dell’invasione russa in Ucraina, già sanzionato nel 2014 per il suo sostegno all’annessione illegale della Crimea, ha fatto parte della delegazione russa nei “colloqui di pace”.

Vladislav Davankov

La “nuova figura” per l’elettorato russo sarebbe il 40enne Vladislav Davankov, imprenditore agricolo esponente del partito “Nuovo popolo” e coautore di norme che hanno reso ancora più difficile la vita della comunità LGBT+ in Russia. Già candidato sindaco a Mosca nel 2023, perdente con appena il 5% dei voti, è Vice presidente della Duma dal 2021. Risulta essere il più giovane candidato presidente in queste elezioni presidenziali russe del 2024. Rispetto agli altri concorrenti, Davankov cerca di ottenere i voti degli esclusi Nadezhdin e Duntsova ponendosi come favorevole alla pace, nonostante abbia votato a favore del riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche del Donbass e risulti sanzionato dall’Occidente proprio in merito all’invasione su vasta scala in Ucraina.

Secondo i sondaggi, Davankov potrebbe ottenere appena il 6% dei voti arrivando primo tra gli “avversari” di Vladimir Putin. Dopo la pubblicazione su Twitter/X dell’intervista rilasciata a Tucker Carlson, ha chiesto formalmente all’autorità Roskomnadzor di rimuovere Twitter/X dalla lista dei media proibiti in quanto non ostile a Mosca.

Leggi anche: