Strage di Altavilla Milicia, Barreca ancora in preda al delirio: «Crede che il compagno di cella sia impossessato»

Il muratore accusato, in concorso, dell’omicidio della moglie e di due figli a breve incontrerà i consulenti di parte. Gli inquirenti stanno analizzando le telefonate effettuate dalla villetta in quei giorni

Dopo oltre un mese di detenzione è ancora in preda a una sorta di delirio mistico Giovanni Barreca, l’uomo accusato del triplice omicidio della moglie e di due suoi figli di 5 e 16 anni, insieme alla coppia Massimo Carandente e Sabrina Fina, nella strage di Altavilla MIlicia. È quello che sostiene il suo avvocato difensore Giancarlo Barracato e dal carcere Pagliarelli di Palermo trapela anche che Barreca è convinto che il male si sia impossessato del suo compagno di cella, e che voglia liberarlo. L’1 marzo il gip Valeria Gioeli ha accettato la richiesta del legale di sottoporre il suo assistito a perizia psichiatrica. Al termine dei giorni di torture, culminate negli omicidi, nella villetta di famiglia, Barreca si era chiuso in un silenzio impenetrabile, salvo poi negare gli omicidi e insistere sulla presenza dei demoni nella casa. Secondo un’ipotesi investigativa, il muratore 54enne sarebbe stato convinto della necessità delle violenze contro la sua famiglia dalla coppia di siciliani, Carandente e Fina, che dopo l’uccisione della moglie si sarebbero trasferiti nella sua abitazione.


Le telefonate di Carandente e Fina

Durante quei giorni, ha avuto un ruolo anche la figlia 17enne di Barreca, che ha confessato le sue responsabilità. Ma gli investigatori devono ancora capire fino a che punto abbia partecipato alle torture. Un elemento di indagine che gli inquirenti stanno approfondendo in questi giorni sono le telefonate che Carandente e Fina avrebbero fatto, ripetutamente, in quei giorni dalla villetta di Barreca. Per gli investigatori è importante risalire ai destinatari delle chiamate per stabilire se si tratta di altri fanatici religiosi, e se fossero a conoscenza di quanto stesse accadendo nella villetta. Nei prossimi giorni l’indagato incontrerà in cella i consulenti della difesa, tra cui la criminologa Roberta Bruzzone, che dovranno esprimersi sulle sue condizioni mentali.


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