Caso Visibilia, chiusa l’inchiesta sulla cassa integrazione per Covid: Santanchè indagata per truffa

Secondo i pm la società avrebbe chiesto all’ente pubblico la Cig all’insaputa di 13 dipendenti, incassando assegni per 126mila euro

La Procura di Milano ha chiuso l’indagine sul caso Visibilia che vede coinvolta la ministra del Turismo Daniela Santanché. L’ipotesi di reato su cui stanno lavorando i pm è di truffa aggravata ai danni dell’Inps, riguardo alla gestione non regolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato durante il periodo della pandemia di Covid-19 in Italia. Secondo gli inquirenti gli amministratori di Visibilia, tra i quali Santanché – che non ha più ruoli nella società dal 2022 – e il compagno Dimitri Kunz, erano «consapevoli» del sistema adottato in azienda, che prevedeva la richiesta della cassa integrazione mentre i dipendenti continuavano a lavorare. La società, questa l’ipotesi dei pm, ha fatto richiesta della Cig all’insaputa di 13 lavoratori, dal 2020 al 2022, per poi incassarne l’assegno, per un totale di oltre 126mila euro versati dall’ente previdenziale per oltre 20mila ore di Cig non dovuta. È stata una delle ex manager, Federica Buttiglione, ad accorgersi di quanto stava accadendo, decidendo poi di registrare le conversazioni e denunciare la presunta truffa. Dal maggio 2020 al febbraio 2022 sarebbe stato chiesto il contributo all’Inps per sette dipendenti di Visibilia Editore e sei di Visibilia Concessionaria, i quali in realtà avrebbero continuato a lavorare regolarmente. Cinque gli indagati nell’inchiesta: oltre alla ministra Santanché e al compagno Kunz, anche il responsabile delle tesorerie di Visibilia Group Paolo Giuseppe Concordia, e le società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. C’è anche un altro filone su cui stanno ancora indagando i pm e che dovrebbe chiudersi a breve. È quello che riguarda presunte irregolarità nella gestione contabile e finanziaria di Visibilia. L’ipotesi di reato a carico di Santanché, in questo caso, potrebbe essere di falso in bilancio. L’accusa di bancarotta potrebbe essere stralciata per un’eventuale richiesta di archiviazione, perché nessuna delle società del gruppo Visibilia, al momento, è fallita.


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