Visibilia, ritirata l’istanza di fallimento per la società concessionaria. La difesa: «Spiace per l’amplificazione mediatica che potrà danneggiare l’azienda»

Il tribunale di Milano non procederà con la richiesta di liquidazione giudiziaria di un pezzo del gruppo riconducibile alla ministra Daniela Santanchè

Si chiude così anche l’ultima istanza di fallimento di una delle quattro società che fanno parte del gruppo Visibilia, galassia riconducibile alla ministra al Turismo Daniela Santanchè per cui è indagata per falso in bilancio e bancarotta. Questa mattina, giovedì 5 ottobre, la procuratrice aggiunta di Milano Laura Pedio e la pm Maria Giuseppina Gravina hanno ritirato, davanti al giudice delegato Sergio Rossetti, la richiesta di liquidazione giudiziaria di Visibilia Concessionaria che si occupa della distribuzione di pubblicità di giornali. Il tribunale aveva già ritirato due richieste analoghe per altre due parti del gruppo, mentre per una terza era stato profilato un piano di salvataggio. I legali Daniele Nataloni, Salvatore Sanzo e Maura Rovetti nelle diverse udienze che si sono tenute hanno dimostrato nei documenti depositati che Visibilia Concessionaria non avesse più alcun debito scaduto e non pagato. Gli avvocati dell’azienda hanno anche sottolineato che la composizione della crisi era stata portata avanti con finalità «precauzionali», sia perché mancava un chiaro stato di insolvenza sia perché non c’era tecnicamente una crisi. Per questo hanno richiesto alla procura di ritirare l’istanza di liquidazione giudiziaria in assenza di un requisito oggettivo. Non sono mancate però le polemiche in aula, così i legali hanno commentato la decisione del tribunale: «Spiace un po’ rilevare che l’atteggiamento costruttivo e collaborativo della società si sia, suo malgrado, scontrato con una amplificazione mediatica della semplice pendenza del presente procedimento, che rischia oggi di influire negativamente sulla gestione della società. Pendenza oggi rimossa dalle pm che hanno ritirato l’istanza di fallimento, pur rimarcando che la Procura continuerà a vigilare sul rispetto del piano economico della società». Chiuso questo capitolo, cadono anche eventuali sospetti di bancarotta. I pm proseguiranno comunque le loro indagini sui fascicoli ancora aperti sul caso.


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