Lo studio sul digiuno intermittente: «Aumenta il rischio di morte per eventi cardiovascolari»

Remuzzi: alla lunga non sembra dare alcun vantaggio

La dieta del digiuno intermittente è quella in cui l’assunzione di cibo è limitata a otto ore al giorno: per le restanti sedici non si mangia niente. Saltando quindi o la cena o la prima colazione. L’American Heart Association però ha presentato uno studio che dice che chi mangia nell’arco di 8 ore e digiuna per 16 ha un rischio di morte per eventi cardiovascolari molto più elevato rispetto a chi si nutre per 12-16 ore al giorno. Il Corriere della Sera ha parlato dei risultati con Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e ordinario per chiara fama di Nefrologia all’Università degli Studi di Milano.


20 mila testati

«Sappiamo che, oltre a far dimagrire, il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riduce l’infiammazione, abbassa il colesterolo e la pressione del sangue in chi ce l’ha alta. Questi però sono gli effetti a breve termine: possono durare qualche mese, forse un anno. E poi?», dice Remuzzi. Nello studio sono state esaminate le abitudini alimentari di 20 mila persona. I database dei Centers for disease control and prevention americani sono stati poi messi a confronto con i decessi avvenuti negli Usa. Il risultato è che il rischio di morte è aumentato. Così come il digiuno per 14 ore nelle persone sofferenti di cuore comporta un rischio più elevato di infarto, ictus e morte.


I pazienti con un tumore

La dieta del digiuno intermittente non riduce il rischio di morte anche nei pazienti affetti da tumore. Le indagini sono state condotte su un gruppo misto. Metà uomini e metà donne (età media 49 anni), per il 70% bianchi, seguiti per una media di 8 anni e un massimo di 17. «Questo studio è importante perché l’idea di limitare entro poche ore l’assunzione del cibo sta diventando molto popolare da noi e dappertutto. Ma a lungo termine può fare male, anche a chi è malato di cuore o ha un tumore», aggiunge Remuzzi. «Ci si potrebbe chiedere se il digiuno intermittente protegga da malattie dovute ad altre cause, ma secondo i ricercatori non è così; insomma, alla lunga non sembra dare alcun vantaggio», conclude.

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