Antonella Viola e la dieta del digiuno intermittente: «Aiuta i ritmi circadiani ma senza una guida è inutile»

La docente di patologia generale parla del time-restricted eating

La scienziata Antonella Viola torna a parlare del digiuno intermittente per combattere l’invecchiamento. L’immunologa ha pubblicato un libro che si chiama La via dell’equilibrio: scienza dell’invecchiamento e della longevità. Oggi su La Stampa torna sull’argomento per spiegare che ci sono solide basi scientifiche per affermare che il metodo uno strumento di prevenzione delle malattie tipiche dell’invecchiamento. Anche se, ammette, non ci sono abbastanza dati nella letteratura scientifica per sostenere che questo approccio abbia dei vantaggi rispetto a una alimentazione equilibrata. «La forma di digiuno che va più di moda parte invece dai nostri ritmi naturali e in inglese si chiama “time-restricted eating”».


Time-restricted eating

Questa forma di alimentazione «prevede di inserire nell’arco della giornata almeno 12 ore di digiuno consecutive corrispondenti alle ore serali e notturne. E qui la scienza di supporto è molto solida e si basa sui nostri ritmi circadiani», spiega la docente di patologia dell’università di Padova. Il digiuno intermittente vero e proprio invece prevede il completo digiuno per alcuni giorni della settimana. Si può seguire lo schema 16:8, che prevede 16 ore di digiuno e 8 disponibili per mangiare. Oppure il 5:2, che prevede cinque giorni di pranzi e cene e due di digiuno. La scienziata spiega che i ritmi circadiani «sono dei cambiamenti di tipo fisico e comportamentale che seguono uno schema ripetuto nelle 24 ore (da cui il termine “circadiano” che significa appunto “di circa un giorno”).


I ritmi circadiani

Questi cambiamenti, che si ripetono con una ciclicità abbastanza costante, rispondono infatti principalmente all’alternanza di luce e buio e sono regolati da una sorta di orologio biologico interno. Ogni cellula del nostro corpo possiede il proprio orologio biologico ma esiste un meccanismo di sincronizzazione, una sorta di “master clock” che è l’orologio biologico principale del cervello, il quale regola il ritmo di tutti gli altri, riceve informazioni direttamente dagli occhi ed è quindi regolato sulla base dell’alternanza di luce e buio». Viola aggiunge che negli studi clinici controllati il digiuno circadiano ha dato ottimi risultati su molti fronti. Come per esempio dalla perdita di peso alla regolarizzazione dei parametri metabolici. «E oggi viene sperimentato anche in campo oncologico, sotto la guida di chi si occupa di nutrizione clinica. Tuttavia stiamo parlando di studi clinici, in cui i soggetti erano seguiti da nutrizionisti».

Il digiuno e la guida

Secondo la scienziata quindi usare il digiuno circadiano senza una guida può essere «completamente inutile o addirittura dannoso, laddove non si introducano nell’arco della giornata calorie o nutrienti adeguati. Tuttavia, per le persone di mezza età (tra i 40 e i 60 anni), se sane e se guidate da esperti della nutrizione, questo approccio sembra essere molto interessante, poco faticoso e certamente meno punitivo della restrizione calorica per prevenire le patologie dell’invecchiamento e puntare ad una longevità sostenibile».

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