Bankitalia, i vertici si aumentano i compensi nonostante i conti in rosso

La remunerazione del governatore, del direttore e dei vicedirettori generali è stata vista al rialzo per la prima volta da 10 anni

Conti in rosso per la prima volta dal 2007, ma i compensi vanno comunque su. Il 2023 per Bankitalia si è chiuso con un utile lordo in rosso per 7,1 miliardi di euro. Le perdite sono state coperte da anni di accantonamenti e fondi accumulati con «principi di prudenza», che alla fine fanno registrare un utile netto in positivo per 815 milioni di euro. Nonostante i numeri negativi però, dal governatore ai vice-presidenti generali i compensi sono aumentati, per la prima volta dal 2014. Una decisione presa dall’ex governatore Ignazio Visco nel luglio scorso, prima di essere sostituito da Fabio Panetta, «alla luce dell’ampiezza delle funzioni esercitate dalla Banca d’Italia e dal confronto con le remunerazioni percepite dagli organi di vertice delle altre banche centrali dell’Eurosistema». E così le remunerazioni annuali sono state riviste al rialzo: al governatore 480mila euro (erano 450mila, +6,67%), al direttore generale 430mila (era 400mila, +7,5%), ai vicedirettori generali 350mila ciascuno (erano 315mila, +11,11%).


Il bilancio di Palazzo Koch è stato appesantito nello scorso anno dalla politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea. La stessa Eurotower è rimasta “vittima” degli aumenti di tassi voluti da Christine Lagarde e dal direttivo, una misura necessaria per far fronte all’aumento dei prezzi e contrastare l’inflazione. Dopo dieci aumenti consecutivi dal luglio 2022, la Bce ha ora lasciato invariati i tassi per la quarta volta consecutiva, forte dei dati e delle stime dell’Eurozona. Per questo il governatore Fabio Panetta è fiducioso che già dal 2025 Banca d’Italia tornerà «all’utile lordo», ossia quello prima della copertura del fondo rischi che nel 2023 ha assorbito parte delle perdite. Un fondo che, grazie ai risultati più che positivi degli scorsi anni, ha raggiunto i 35 miliardi di euro. La perdita lorda del 2023 era stata ampiamente prevista, tenendo conto delle previsioni sul 2023 che facevano presagire le decisioni che avrebbe poi preso il Consiglio direttivo della Bce. Gli aumenti dei tassi hanno «determinato un aumento del costo delle passività di bilancio (depositi alle banche) a fronte del quale non vi è stato un incremento corrispondente del rendimento delle attività di politica monetaria», è stato spiegato nel corso dell’assemblea a Palazzo Koch, e la «significativa perdita lorda» per la contrazione del margine di interesse è stato un fenomeno «comune anche alle altre banche» dell’Eurosistema. Ma «i rischi per la stabilità dei prezzi si sono ridimensionati e si stanno realizzando le condizioni per avviare un allentamento monetario», ha aggiunto Panetta, sottolineando come la politica monetaria della Bca stia «comprimendo la domanda e contribuisce, insieme al calo dei prezzi dell’energia, alla rapida diminuzione dell’inflazione».


I numeri del 2023

Nel 2023 vi è stata una contrazione di bilancio di 223 miliardi rispetto al 2022, che ha portato il totale 1.253 miliardi di euro. Una contrazione che proseguirà perché continuano i rimborsi delle operazioni TLTRO-III e vanno esaurendosi i rinnovi dei titoli in scadenza. Le operazioni di rifinanziamento sono scese da 356 a 150 miliardi, i titoli di politica monetaria diminuiti a 667 miliardi di cui 600 in titoli di Stato italiani e i depositi delle banche sono calati a 57 miliardi. Come si diceva, palazzo Koch ha registrato un utile lordo in perdita – per la prima volta dal 2007 – di 7,1 miliardi di euro, coperto in parte dal fondo rischi (5,6 miliardi), in parte dal recupero fiscale (2,3 miliardi), portando a un utile netto di 815 milioni. Grazie all’intervento dei fondi accantonati negli scorsi anni, la perdita non peserà sulle casse dello Stato, che anzi riceverà 615 milioni di euro seppur in calo di 1 miliardo e 61 milioni rispetto al 2022. Negli ultimi dieci anni la Banca d’Italia ha destinato allo Stato, fra dividendi e tasse, risorse per oltre 50 miliardi di euro. Nei soli ultimi 5 anni, gli utili da dividendo per lo Stato sono stati 21,6 miliardi più 4 miliardi di imposte. Nell’ultimo anno, con 112 uscite e 240 assunzioni, i dipendenti di Bankitalia sono salita a 6.968 unità, in crescita di 128 risorse.

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