Inizia tra le polemiche la neonata lista Stati Uniti d’Europa, agglomerato di formazioni politiche animata dal tandem Italia Viva e +Europa. In ottica elezioni europee, i due partiti centristi sono tornati ad allearsi con l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento al 4%. Insieme a loro, anche i Libdem di Andrea Marcucci, i socialisti di Enzo Maraio. Il movimento Volt dovrebbe invece sciogliere le riserve il 6 aprile, quando si riunirà in assemblea. Nonostante l’entusiasmo dei renziani, tuttavia, l’accordo vero, quello che si fa sui nomi da inserire nelle liste delle cinque circoscrizioni, pare tutt’altro che raggiunto. Anzi, lo sciame sismico innescato dalla presunta partecipazione della nuova Democrazia cristiana di Totò Cuffaro non si placa. Dopo la smentita di ieri di Italia Viva, che ha escluso la partecipazione dell’ex presidente siciliano, questa mattina – 28 marzo – Repubblica ha scritto della possibile iscrizione in lista del genero di Cuffaro, Marco Zambuto. Notizia che ha fatto infuriare il presidente di +Europa, Federico Pizzarotti. Rivolgendosi direttamente a Emma Bonino, con una nota pubblica, afferma: «Questa storia sta diventando un gioco delle tre carte. Cuffaro non candidato, ma suo genero Zambuto sì? Se la notizia riportata fosse confermata, e cioè che la Nuova DC candiderebbe Zambuto nella lista Stati Uniti d’Europa per conto di Italia Viva, non sarebbe un problema di Matteo Renzi, ma di +Europa!».
«Inaccettabili nomi vicini alla mafia»
L’ex sindaco di Parma riesuma persino lo statuto del partito che presiede, preannunciando una possibile guerra interna a +Europa: «Come puoi accettare di compromettere +Europa e la tua storia personale in un’alleanza politica ed elettorale con un signore condannato in via definitiva a 7 anni per favoreggiamento dei mafiosi? Ti sembra una cosa in linea con Renew Europe? Come più volte anticipato in direzione, da presidente di +Europa non posso prestarmi a questa farsa lesiva degli interessi del partito e dei suoi elettori. Alle condizioni attuali non posso cofirmare, come da statuto, la proposta di partecipazione elettorale. Fermiamoci, azzeriamo tutto e ripartiamo tenendo alti i nostri principi di onestà, serietà e distanza assoluta da qualsiasi potere criminale».
La replica di Bonino
Alcuni esponenti delle correnti di +Europa maggioritarie al recente congresso, che ha visto vincere Riccardo Magi, ritengono che l’animosità di Pizzarotti derivi dal suo desiderio di correre alle Europee come capolista. Cosa che, al momento, appare improbabile. Bonino, chiamata in causa direttamente da Pizzarotti, replica prontamente: «+Europa ha fatto la proposta degli Stati Uniti d’Europa, una lista di scopo, qualcuno è voluto venire, altri, come Calenda, hanno detto spiegando che con Renzi non si vuole più sedere. Bisognerebbe spiegare a Pizzarotti che una lista di scopo è una lista di scopo, se ancora non ha capito gli posso consigliare di leggere la Treccani». Ai microfoni di Un giorno da pecora, Bonino sminuisce le questioni statutarie sollevate da Pizzarotti. Se decidesse di non apporre la sua firma, in quanto presidente del partito, sulla lista? «Faccia come crede – afferma la storica radicale – io non so cosa dica lo statuto di +Europa». E poi lo punzecchia: «Se è così convinto ed innamorato di Calenda ci vada. Non ci siamo parlati, ma da settimane mi sembra così, se si vuole far eleggere da Azione faccia pure. Una proposta politica non è un carcere».
Calenda: «Io una lista con Renzi, Cuffaro, Cesaro e Mastella non la faccio»
Intanto, nella batteria di tweet dei renziani, con il palermitano Davide Faraone in testa, che hanno smentito accordi con la Dc e accusato la galassia centrista di muovere polemiche strumentali, si è inserito Carlo Calenda. Il leader di Azione, escluso per il momento dall’accordo tra Renzi e Bonino, ha affermato: «Azione non farà una di lista di sopravvivenza in cui si mette dentro di tutto per essere sicuri di superare il quorum, Azione poi è già sopra il quorum. Io una lista con Renzi, Cuffaro, Cesaro e Mastella non la faccio. Se con Bonino ci metti dentro anche tutto quello che si porta dietro Renzi, non mi interessa: io ho già dato e con Renzi politica non si può fare». E ancora, su X, ha ripreso il presunto accordo con Cuffaro e si è rivolto a +Europa con un laconico: «Ma come vi viene in mente?». E che gli Stati Uniti d’Europa siano una realtà ancora lontana dal definirsi lo conferma anche Volt, il cui simbolo è incluso nel listone centrista. Il co-presidente del partito, Guido Silvestri, ha dichiarato: «In vista delle prossime elezioni europee, continua l’esplorazione di Volt Italia con le diverse coalizioni su cui deciderà il 6 aprile la nostra assemblea, in accordo con i nostri processi democratici. Ogni diversa ricostruzione, incluse ipotesi di simboli di coalizione, non si possono considerare espressione del nostro partito».
Leggi anche: