16enne trovato impiccato a casa, si indaga per istigazione al suicidio: l’ipotesi della sfida social Blackout Challenge

Nei prossimi giorni saranno analizzati computer e cellulare del giovane

Si fa strada l’ipotesi del reato di istigazione al suicidio dietro il caso del 16enne di origini romene, trovato impiccato in casa con una cintura per abiti stretta al collo mentre i genitori stavano partecipando alla via Crucis di Roseto degli Abruzzi (Teramo). In casa con lui, ma in un’altra stanza, c’era anche il fratello più piccolo di 10 anni assieme a una vicina di casa a cui venivano spesso affidati i figli. Secondo la procura di Teramo, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio – al momento contro ignoti -, il giovane con buona probabilità non aveva intenzione di togliersi la vita, ma sarebbe rimasto vittima suo malgrado di una sfida social. Secondo quanto riferisce la Repubblica, potrebbe essersi trattato della cosiddetta Blackout Challenge, la quale consiste nel legarsi al collo una corda, una sciarpa o una cintura per testare la propria resistenza a trattenere il respiro. Il tutto ripreso con il cellulare per poi essere pubblicato sui social. La strada dell’istigazione al suicidio è un’ipotesi che, per la Procura, è avvalorata dal fatto che il 16enne non aveva dato e non ha lasciato alcun segnale che possa pensare a un suicidio volontario. Tuttavia, computer, tablet e smartphone del giovane non sono ancora stati analizzati. Nei prossimi giorni, infatti, verrà incaricato un perito per fare luce su quanto accaduto negli ultimi momenti di vita dell’adolescente.


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