Roberto Vannacci: «Guido un diesel da 23 anni. L’auto elettrica? È da ricchi»

Il generale non scioglie la riserva sulla candidatura: «Prendo un sacco di voti, perché non dovrei essere in lista?»

Roberto Vannacci è come una rockstar. Perché quando presenta il suo nuovo libro “Il coraggio vince” «ovunque vado faccio il sold out». Sarà per questo che il generale sospeso dall’esercito e sotto indagine per alcune presunte malversazioni durante il suo soggiorno in Russia dice che si deve per forza candidare alle elezioni: «Ma perché una persona che molto probabilmente prende un sacco di voti non dovrebbe essere in lista?». E mentre oggi Matteo Salvini è più possibilista sulla sua candidatura, lui la riserva sulla Lega non la scioglie: «Ci sono state interlocuzioni con vari politici. Non ho deciso, devo ancora portare a maturazione le mie valutazioni».


Sold out

Nell’intervista che rilascia oggi a La Stampa Vannacci spiega esattamente cosa sta valutando prima di decidere sulla candidatura: «Intanto, se ho i requisiti da un punto di vista professionale, non si può improvvisare. E poi, se avrò una reale capacità di influire, non andar lì per schiacciare un bottone. In ogni caso, è una scelta da fare insieme alla famiglia». Perché lui vorrebbe «essere protagonista, vorrei avere un ruolo di primo piano, non fare la comparsa. Non mi piace fare lotte ideologiche, sono una persona pragmatica». Spiega che è «assolutamente contrario all’ambientalismo ideologico, a tutte le regole prese sull’onda dell’Armageddon globale che si sono inventati. Come l’idea di sostituire tutte le macchine con l’elettrico entro il 2035. Se ci fosse la possibilità di interferire con queste decisioni, perché no? Oppure il nucleare: io sono favorevole, non ci sono tante alternative per l’approvvigionamento energetico, la stessa Unione Europea ha inserito il Nucleare all’interno della tassonomia verde».


L’auto che guida e quelle elettriche

Vannacci fa sapere anche che attualmente guida un’auto «diesel di 23 anni, comprata nel 2001. Con un litro di gasolio faccio 20 km». Sull’auto elettrica ha naturalmente anche lui un aneddoto: «Mio nipote ha la Tesla e ogni volta che deve venirmi a trovare da Milano a Viareggio è una maledizione: deve fare i conti per la ricarica. Le auto elettriche costano di più. Vanno bene in città, convengono ai ricchi. Se ho un loft a Milano coi pannelli solari e sono miliardario, oppure ho un’impresa in Brianza. Non sono auto per i poveracci, i morti di fame, gli operai, gli infermieri». Sugli omosessuali e la dissociazione di Salvini invece spiega: «Gli hanno fatto commentare la solita frase estrapolata dal mio libro, “cari omosessuali non siete normali”. La normalità di cui scrivo ha una connotazione statistica: chi non si riconosce nell’eterosessualità è una minoranza, ha gusti diversi dalla maggioranza. Avrei potuto dire “cari omosessuali siete eccezionali”».

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