Matteo Salvini scarica Vannacci? La soglia del 7% per la Lega e il rischio di perdere la segreteria

Il Capitano sta «ragionando» sul generale. E si dissocia sulle frasi sui gay. La lettera dei 21 dissidenti e il pericolo dell’addio al Carroccio

Sulla candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee con la Lega «stiamo ancora ragionando». Per la prima volta Matteo Salvini esprime una minima perplessità sulla presenza del generale nelle liste del Carroccio l’8 e 9 giugno. Lo fa durante l’intervista andata in onda a Belve su Raidue. Nella quale critica proprio il generale. Quando la conduttrice Francesca Fagnani gli chiede: «Lei lo direbbe mai che le persone omosessuali non sono normali, per esempio?», il vicepremier risponde così: «No, infatti ho detto che condivido le sue battaglie sulla libertà di pensiero ma per me uno può essere omosessuale, eterosessuale, transessuale, bisessuale, polisessuale… l’ultima delle mie intenzioni è entrare nella vita privata della persone».


La vita degli altri

Nella stessa intervista Salvini ha frenato sull’alleanza con il partito di Vladimir Putin Russia Unita. Sostenendo che l’accordo «non ha più valore dopo la guerra in Ucraina». E ha mandato segnali di pace a Giorgia Meloni, ricordando che la premier gioca con la sua compagna Francesca Verdini. Secondo Repubblica si tratta delle condizioni di una resa politica che il Capitano oggi tenta di scambiare con la sua sopravvivenza politica. Per la quale c’è oggi una cifra: il 7%. Ovvero la soglia del risultato peggiore da registrare per il Carroccio alle Europee. Se la Lega va al di sotto i colonnelli gli chiederanno un passo indietro. Altrimenti resterà alla guida. Anche se sarà difficile spacciare il risultato del 9 giugno per una vittoria in questo caso: nel 2019, sulla scia del governo con il M5s, il Carroccio prese il 34,3%. Ma l’emorragia di voti iniziata alle Regionali rischia di non essere finita.


La lettera dei 21 dissidenti

Il mezzo passo indietro di Salvini su Vannacci arriva nel giorno in cui 21 esponenti leghisti scrivono al leader una lettera aperta piuttosto imbarazzante. Perché gli imputano proprio di aver smesso di «dialogare con forze autonomiste e federaliste «per fare accordi «con chi non ha la nostra naturale repulsione nei confronti di fasci e svastiche» (ovvero i tedeschi di Afd). Ma anche per criticare la scelta di candidare «personaggi con forte marcatura nazionalista, totalmente estranei al nostro movimento». Proprio come il generale Vannacci. Non a caso ieri Salvini a Belve ha anche fatto un mea culpa proprio su Umberto Bossi. Ovvero colui che la Lega autonomista, dopo quella indipendentista, se l’è inventata.

La soglia del 7%

Salvini ha fissato la soglia della sua sopravvivenza (politica) al 7%. Se dovesse arrivare sotto quella percentuale il traghettatore del Carroccio sarebbe Massimiliano Fedriga. Il Capitano ha già ottenuto l’espulsione di un europarlamentare che lo aveva criticato. Mentre il ministro di Fratelli d’Italia Guido Crosetto aveva manifestato in più occasioni nervosismo per le critiche della Lega proprio sul generale. E in Abruzzo il Carroccio ha raccolto 120 mila voti in meno rispetto al 2019. Forse il passo indietro sul quella candidatura che secondo i giornali era stata già firmata è l’ultima spiaggia. Prima di finire giubilato dal suo stesso partito.

Immagine di copertina da: Gay.it

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