Schiaffo del Tar a Salvini, annullate le precettazioni contro lo sciopero dei trasporti: «Eccesso di potere»

La Lega ritiene una «forzatura» la sentenza del tribunale. I sindacati attaccano il vicepremier: «Ha beffato un’intera categoria di lavoratori»

Anche se l’ordinanza del 12 dicembre, con la quale il ministro Matteo Salvini imponeva di ridurre a quattro ore lo sciopero dei trasporti del 15 dicembre, ha sortito il suo effetto, i sindacati oggi incassano una vittoria: il Tar del Lazio annulla quell’ordinanza, ritenendola «affetta da violazione di legge e da eccesso di potere per carenza di presupposto, con riferimento alla fase di impulso dell’esercizio del potere». La sentenza accoglie due ricorsi presentati da diverse sigle sindacali: Usb Lavoro Privato, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, Sgb, Cub Trasporti e Al Cobas. Respinte le eccezioni preliminari, il Tar si sofferma sui requisiti di necessità e urgenza che fondano il potere di impulso ministeriale. Riporta l’Ansa: «I giudici hanno confermato come il potere di iniziativa ufficiosa del presidente del Consiglio – o del ministero delegato -, proprio per limitare il più possibile l’ingerenza “politica” sul diritto di sciopero, è contemplato unicamente nei casi in cui, oltre al fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente dei diritti, sussistano e vengano adeguatamente esplicitate nel relativo provvedimento la necessità e l’urgenza di provvedere».


I sindacati di nuovo all’attacco

La sentenza conclude che, per legittimare l’intervento del ministro dei Trasporti, «risultavano indispensabili la chiara esplicitazione delle speciali ragioni di necessità e di urgenza. Ma nessuna adeguata indicazione in tal senso è dato rinvenire nel provvedimento avversato». E così «il dicastero ha finito per sovrapporre la propria valutazione a quella dell’autorità di settore, alterando il vigente assetto regolatorio in materia». Dopo la decisione dei giudici pubblicata oggi, 28 marzo, i sindacati tornano all’attacco del vicepremier: «Salvini, con il suo intervento a gamba tesa su uno dei diritti fondamentali previsti dalle leggi vigenti nel nostro Paese, ha scelto di beffare un’intera categoria di lavoratori». A dichiararlo è Antonio Amoroso, segretario nazionale Cub Trasporti. «Salvini, con la scusa dell’intensificazione del traffico nelle grandi città per gli acquisti prenatalizi, ha ordinato la riduzione della mobilitazione a 4 ore, nonostante la assoluta regolarità, certificata anche dalla Commissione di garanzia, della proclamazione effettuata nel rispetto delle previsioni della Legge 146/90, che limita pesantemente l’esercizio del diritto di sciopero in Italia più che in altri Paesi europei».


La reazione della Lega

Per la Lega, invece, la decisione dei giudici altro non è che una «forzatura». I deputati del Carroccio che siedono nella Commissione trasporti – Elena Maccanti, Andrea Dara, Domenico Furgiuele, Riccardo Augusto Marchetti ed Erik Umberto Pretto -, scrivono in una nota: «Per il Tar, evitare che il Paese intero si bloccasse e che milioni di italiani rimanessero a piedi è un “eccesso di potere”. Per noi, la decisione del tribunale amministrativo regionale del Lazio, invece, è una forzatura contro il buonsenso. Il ministro Salvini si è impegnato a ridurre uno sciopero per garantire il diritto dei pendolari e di tutti i cittadini a circolare liberamente, permettendo loro di poter usufruire dei mezzi pubblici. Questa è la linea e non cambierà. Siamo intenzionati a tutelare gli italiani, non il weekend lungo di Maurizio Landini».

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