Indagata per omicidio stradale la 31enne che ha ucciso due carabinieri con il suo Suv, positiva ad alcol e cocaina: nel passato i domiciliari per droga

Nancy Liliano era stata coinvolta in un’inchiesta della Dda su un clan salernitano in contatto con la ‘Ndrangheta. Aveva finito di scontare la pena nel 2020

È indagata per omicidio stradale Nancy Liliano, la 31enne che alla guida del suo Suv ha travolto e ucciso a Campagna, nel Salernitano, due carabinieri. La donna è stata sottoposta ai test tossicologici, da cui è risultata positiva all’alcol e a sostanze stupefacenti. Dall’esame sono emerse tracce di cocaina, ma si attende un’ulteriore analisi per determinare con certezza l’eventuale stato di alterazione della donna al momento dell’incidente dello scorso sabato, 6 aprile. Nell’impatto sono morti il maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore, 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni. Ferito il maresciallo Paolo Volpe, al momento ancora ricoverato in ospedale.


L’incidente

Secondo la ricostruzione degli investigatori, lo scorso sabato 6 aprile la 31enne era alla guida di un Suv insieme a un’altra passeggera di 18 anni sulla statale che collega il comune di Eboli a quello di Campagna quando si è schiantata a velocità sostenuta contro la gazzella dei carabinieri. In ospedale è finita anche la 18enne che era a bordo con Liliano, oltre a un 75enne che si trovava al volante di una terza auto coinvolta nell’incidente. L’anziano di Campagna è ricoverato all’ospedale di Bastiglia con prognosi riservata.


La condanna per droga

In passato Nancy Liliano era stata già coinvolta in vicende legate alla droga. A giugno 2019 era tra le 15 persone alle quali erano state notificate misure cautelari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’indagine partita nel 2015 vedeva gli indagati accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. L’indagine aveva portato all’arresto di esponenti di spicco della famiglia criminale dei Del Grosso, della Piana del Sele. Secondo gli inquirenti, il clan salernitano era in contatto con la ‘Ndrangheta da cui si riforniva della droga da rivendere. Nel procedimento che ne era seguito, Liliano aveva deciso di patteggiare la pena ed era stata condannata a tre anni di reclusione scontati con gli arresti domiciliari conclusi nel 2020.

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