Par condicio, ammessi gli emendamenti in Vigilanza Rai. Protestano le opposizioni: «Vanno riformulati»

Gelmini: «C’è un rischio di dilatazione della presenza del governo in tv con l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia»

Se un ministro parla in tv delle attività istituzionali del suo dicastero, il tempo dedicatogli va misurato ai fini della par condicio, e quindi compensato da interventi di esponenti delle opposizioni? È uno degli interrogativi principali attorno ai quali si sviluppa la discussione di oggi, 9 aprile, nella commissione di Vigilanza Rai. Gli emendamenti, voluti dal centrodestra, non sono stati firmati da Forza Italia, che chiede dei chiarimenti ai suoi partner di maggioranza. Il centrosinistra, invece, serra le file e paventa il rischio «censura». Alle 12, si è riunita la commissione, dove è stata annunciata l’ammissione al voto di tutti gli emendamenti alla delibera Agcom. Gli uffici che hanno svolto l’esame preliminare per la presidente della commissione, la 5 stelle Barbara Floridia, non hanno rilevato motivi tecnico-giuridici per bloccare gli emendamenti. Alle 20, ci dovrebbe essere una seconda convocazione per i commissari. Nell’intervallo tra le due riunioni, è probabile che si lavori a una riformulazione degli emendamenti – con i forzisti nel ruolo di mediatori tra maggioranza e opposizioni -, partendo proprio dal 4.7, quello sulla presenza in tv degli esponenti del governo.


A chiedere ufficialmente la riformulazione in commissione è stata l’esponente di Azione Mariastella Gelmini: «C’è un rischio di dilatazione della presenza del governo in tv con l’emendamento presentato da Filini (Fratelli d’Italia). La presenza del governo va circoscritta agli eventi eccezionali». Non solo. L’ex ministra ha ventilato il timore di una «penalizzazione dei partiti più piccoli, il rischio che i talkshow non ospitino tutte le forze politiche e quindi anche su questo abbiamo chiesto garanzie», ipotizzando anche un «sorteggio per le tribune politiche». Qualche dettaglio in più sulla trattativa è arrivato dalle parole Maurizio Gasparri. Il capogruppo azzurro, che siede in commissione, a proposito della valutazione qualitativa delle fasce orarie in cui vanno in onda i vari politici ha detto che «il problema è la complicazione per tutte le tv, non solo per la Rai. Se vogliamo abolirle, aboliamole, ma io sono per provare ad attuarle almeno in via sperimentale». E ancora, soffermandosi sul tema del canale RaiNews, Gasparri avrebbe chiosato: «Dobbiamo mettere la sigla ai comizi? Mettiamola. Ma il problema sono gli ascolti infimi di RaiNews».


Il contenuto degli emendamenti controversi e le ritrosie di Forza Italia

A far deflagrare la diatriba politica, una serie di emendamenti presentati dal centrodestra alla delibera sulla par condicio messa a punto dall’Agcom. Operazione che ha compattato le opposizioni – in un momento in cui la battaglia sulle amministrative le aveva disgregate – e suscitato malumori nella maggioranza. Forza Italia non ha nascosto lo scetticismo su alcuni emendamenti. Principalmente quello che chiede l’esclusione dei «rappresentanti delle istituzioni» dall’applicazione della par condicio se intervengono «su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte». Fratelli d’Italia, Lega e Noi moderati propongono anche di «fare salvo il principio della “notiziabilità” giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative». Secondo diverse fonti, il partito di Antonio Tajani si opporrebbe a questa modifica perché i ministeri occupati dalla Lega avrebbero più attinenza con tematiche che intersecano la campagna elettorale per le Europee.

Un altro emendamento di questa mini riforma delle regole sulla par condicio contestato è quello che punta a sostituire l’aggettivo «paritario» con «equilibrato» nel passaggio in cui la delibera Agcom parla della presenza dei concorrenti politici. La maggioranza chiede, poi, che presenze e interviste non siano più considerate tenendo conto dell’aspetto «qualitativo», ma soltanto dal punto di vista «quantitativo». Ovvero, slegare le valutazioni dalle fasce orarie orarie e dai dati Auditel. Infine, si vuole a sopprimere il comma 4-bis: «Ove la Rai trasmetta la diretta di convegni o di comizi elettorali di un soggetto politico, deve garantire la messa in onda delle dirette anche degli altri soggetti in competizione, al fine di garantire la parità di trattamento. In particolare, nell’ultimo giorno di campagna elettorale, le dirette potranno essere consentite solo se saranno garantiti spazi adeguati a tutti i soggetti politici in competizione».

L’allerta dei membri Pd in commissione sul voto di scambio a Palermo

Gli esponenti del Partito democratico che siedono in commissione di Vigilanza Rai, poco prima della convocazione, hanno diffuso una nota sul caso dell’esponente di Fratelli d’Italia Girolamo “Mimmo” Russo che, nel palermitano, è accusato di voto di scambio. «Noi siamo garantisti sempre e siamo certi che i componenti di FdI della commissione, così come i capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan, interverranno oggi per chiedere con forza ai telegiornali del servizio pubblico di non nascondere le notizie e fare informazione sul caso dell’esponente del loro partito arrestato per mafia e voto di scambio. La coerenza prima di tutto visto che sono stati proprio loro nei giorni scorsi ad annunciare una fantomatica “nuova governance della Rai e dei tg dove le notizie non si silenziano e si danno nel rispetto del pluralismo e del diritto di cronaca”. Siamo certi che questo avverrà oggi».

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