High Protein e dieta chetogenica, il business dei cibi iperproteici: «È una moda che può fare male»

Secondo un recente rapporto sono oltre 3mila i prodotti ad alto contenuto proteico sugli scaffali italiani

I prodotti iper-proteici sono l’ultima moda dell’alimentazione. A confermarlo è il rapporto dell’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, che ha individuato 3.212 prodotti ad alto contenuto proteico in vendita nel nostro Paese. Yogurt, latte, succhi di frutta, biscotti, polenta e non solo. Tutti accomunati dalla scritta «high protein» sulla confezione, in genere accompagnata anche da un disegno di un braccio con bicipiti in bella vista. Tra giugno 2022 e giugno 2023, il periodo preso in considerazione dallo studio, il volume di acquisto per tutti questi prodotti è cresciuto del 4,5%, per un giro di affari complessivo di 1,7 miliardi di euro. Dati che confermano un’altra ricerca di mercato. Quella di Gfk Italia Consumer Panel, secondo cui nel 2022 erano 7,4 milioni le famiglie italiana che avevano comprato almeno una volta cibi iperproteici.


La dieta chetogenica

I volumi di vendita di questi prodotti non sono altro che il risultato «della moda delle diete chetogeniche», spiega a Repubblica Stefania Ruggeri, docente di Medicina all’Università di Roma Tor Vergata. Si tratta, in poche parole, di tutte quelle diete che prevedono una riduzione del consumo di carboidrati a favore di grassi e soprattutto proteine. «Perché funzionino è necessario che ciascun nutriente sia calibrato in modo preciso», fa notare Luca Piretta, professore di Allergia e Intolleranze alimentari all’università Campus Biomedico di Roma.


Le dosi raccomandate

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda il consumo di 0,9 grammi di proteine per ogni chilo di peso. Questo significa che una persona di 70kg dovrebbe assumere in media 63 grammi di proteine al giorno. «Con una bistecca, che contiene il 20% di proteine, un etto di pasta, che ne ha il 12%, e una porzione di legumi, che è al 7-8%, abbiamo già raggiunto l’apporto necessario», spiega Piretta nell’intervista a Repubblica. Anche perché, avverte l’esperto, superare le dosi raccomandate «non aiuta, anzi può creare problemi». Un consumo eccessivo di proteine rischia di mettere sotto pressione fegato e reni. Per non parlare degli additivi industriali che si trovano nella lunga lista di ingredienti di molti prodotti high protein.

I consigli degli esperti

Uno dei vantaggi dei cibi ricchi di proteine è che saziano molto di più di quelli ricchi di carboidrati e zuccheri. È altrettanto vero, però, «che il metabolismo delle proteine è più dispendioso, richiede maggiore energia da parte dell’organismo», spiega ancora Piretta. Uno dei motivi che spinge molte persone a optare per una dieta chetogenica è la promessa di dimagrimento. Spesso, però, i risultati rischiano di rivelarsi al di sotto delle attesa: «Spesso il dimagrimento è limitato ai due o tre chili dei primi giorni. Di fronte a uno sbilanciamento della dieta a favore delle proteine, l’organismo si affretta ad adeguarsi», fa notare Stefania Ruggeri. Da qui, dunque, l’indicazione dei nutrizionisti di riservare il consumo dei prodotti iper-proteici agli atleti o a chi soffre di malattie debilitanti.

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