Daniele Davì, il tiktoker che non trova casa a Milano: «Guadagno 100 mila euro l’anno ma nessuno si fida»

Il problema immobiliare dell’alfiere della Generazione Z

Daniele Davì ha 23 anni e 2,7 milioni di follower su TikTok. E poi 506 mila su Instagram e 88 mila su Youtube. Ma non trova casa. Anche se è un alfiere della Generazione Z. Che difende: «Non è vero che non abbiamo voglia di lavorare. Quelli così ci sono sempre stati. Io non ho mai voluto pesare sui miei genitori». Spiega le sue scelte dopo la scuola: «Dopo il liceo pensavo di iscrivermi alla Naba, la Nuova accademia delle Belle arti a Milano, ma l’impegno con i video era già parecchio. Mamma e papà non erano d’accordo: “Trovati un lavoro vero o continua gli studi”. Di lì a poco è stato chiaro che il mio era un lavoro vero», dice oggi al Corriere di Milano.


Le bollette e la casa

Davì dice che con il suo lavoro si pagano le bollette: «Ma non è detto che a Milano trovi la casa. Noi siamo partiti in due, io ed Enea Barozzi, attore come me: dividiamoci i costi e cerchiamo casa. Budget 1.000-1.100 euro al mese. Abbiamo visto in tre mesi le peggiori cose e case della città. Poi siamo passati a 1.700 euro, le difficoltà restavano». E c’è di più: «Il mio lavoro diventava parte del problema. Telefonavo, spiegavo: siamo in due, attori, abbiamo 23 anni, entrambi a partita Iva, io collaboro anche con un’agenzia di contenuti per i social. Dall’altra parte silenzio. Era il 2021 e potevo dimostrare di fatturare con il mio lavoro 100 mila euro l’anno. Dall’altra parte: no, il padrone di casa preferisce non affittare…». E non sa spiegarsi il perché: «Chi può dirlo. Pensano ai festini perché siamo ragazzi? Pensano che i social si spegneranno domani lasciandomi disoccupato? Non va bene la partita Iva e vogliono lo stipendio fisso? Ma con 1.700 euro di affitto che stipendio fisso serve? Anche un prof sarebbe fuori gioco…».


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