Enrico Letta al Consiglio europeo:«Evitare frammentazioni sul Mercato unico. Il gap tra Ue e Usa è sempre più ampio» – Il video

L’ex premier ha presentato al Consiglio europeo la sua relazione sul futuro del Mercato unico

«Non propongo la Bibbia ma una cassetta di strumenti». Lo ha detto Enrico Letta presentando ai 27 leader europei il suo rapporto sul futuro del Mercato unico. «Non c’è tempo da perdere, il gap tra Ue e Usa sta diventando sempre più ampio. Si apre la possibilità di rafforzare il Mercato unico per eliminare la frammentazione a partire dai tre punti rimasti indietro: l’energia, le telecomunicazioni e i mercati finanziari». La proposta principale che avanza l’ex premier é quella di integrare questi tre pilastri per rilanciare la competitività europea e stare al passo con le sfide del futuro. Propone di costruire un mercato finanziario integrato con regole e vigilanza comuni, con l’obiettivo di superare le barriere interne ed evitare le divisioni che persistono da anni.


«Il mio nemico è il cassetto»

Un documento di oltre 147 pagine. Una conversazione di oltre due ore durante la quale Letta ha sollecitato i leader europei a correre. «Quando abbiamo lanciato il mercato unico il mondo era totalmente diverso, c’era ancora l’Urss e l’India e la Cina valevano il 5% del Pil globale». E’ tempo di intervenire rapidamente: «l’obiettivo è che questo rapporto non finisca nel cassetto» come successo a quello presentato nel 2010 da Mario Monti. «Ne ho ripreso molti spunti è una bellissima relazione. In 14 anni di Unione Europea gli Stati membri non hanno voluto applicare alcune di queste raccomandazioni quindi oggi dobbiamo spingere davvero perché c’è uno scollamento». L’ex premier fa riferimento ai sistemi fiscali nazionali frammentati; ai mercati nazionali distinti nel campo dei servizi finanziari, dell’energia e dei trasporti e alle diverse normative negli Stati membri.


Aiutare le Piccole medie imprese

«Il Mercato unico deve parlare con tutti i cittadini europei. Le Pmi non lo sfruttano perché sono piccole». Letta propone di accelerare i tempi, senza intervenire sui trattati perché sarebbe lungo e complicato ma realizzando un safe asset unificato centralizzando tutte le emissioni di obbligazioni Ue e favorendo emissioni di debito comune. In questo modo sarebbe possibile allentare la pressione sugli aiuti alle piccole medie imprese. La proposta, che ha trovato opposizione in questi anni, ora diventata un passaggio necessario, prevede che i paesi parte dell’Unione possano destinare una parte dei loro finanziamenti nazionali a investimenti paneuropei.

«Disastro industriale» nel campo delle telecomunicazioni

Sono soltanto tre i principali operatori per le telecomunicazioni negli Stati Uniti. Nell’Unione Europea oltre cento operatori che lavorano con norme e sistemi differenti nei 27 paesi membri. E’ necessario trovare un «compromesso» per favorire lo sviluppo dell’Unione garantendo la competitività. Il distacco che si è creato con le grandi potenze mondiali ha superato il limite e se non si interviene immediatamente, se non si coglie «l’ultima opportunità per agire» le conseguenze possono condannare definitivamente l’Ue alla non competitività negli scenari dei mercati mondiali.

Aumentare la produzione di armi

Infine, un riferimento alla difesa unica, soprattutto in termini industriali. Letta considera vergognoso che «di tutte le forniture militari inviate dai Paesi europei all’Ucraina dall’inizio del conflitto, il 78% è stato acquistato da produttori non europei». Gli Usa, invece, hanno investito l’80% di spesa nell’acquisto di prodotti statunitensi. Secondo l’ex Presidente del Consiglio una prova della frammentazione dell’industria europea e delle divisioni che impediscono la competitività dell’Unione con Cina e Stati Uniti. I finanziamenti negli ultimi trent’anni sono stati insufficienti. Di conseguenza la produzione di armi è stata limitata e si è fatto affidamento sull’importazione. Coordinare la produzione dell’industria delle armi a livello paneuropeo permetterebbe di aumentare la competitività e la sicurezza dell’Unione.

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