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L’Ue risponde alle proteste degli agricoltori: meno controlli e stop al 4% dei terreni incolti nella nuova Pac

Il testo approvato dall'Eurocamera rinvia alcuni degli obblighi ambientali previsti. Inutili i tentativi dei Verdi di rigettare la proposta della Commissione: «Senza natura non ci sono più agricoltori»

Da Strasburgo – Via libera del Parlamento europeo alla riforma mirata della Pac, la Politica agricola comune dell’Unione europea. Dopo l’ok del Consiglio arrivato lo scorso 26 marzo, anche l’Eurocamera ha mandato un messaggio di vicinanza agli agricoltori che a inizio anno hanno manifestato in diverse parti d’Europa. La riforma della Pac è stata approvata in tempi record grazie alla procedura d’urgenza. Le modifiche approvate oggi in Strasburgo sono passate con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astensioni. È stata la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la prima a proporre di rimettere mano alla Pac, che rappresenta di fatto il principale strumento attraverso cui l’Ue regola i sussidi destinati al settore agricolo. Una mossa che in molti hanno interpretato come un tentativo da parte delle istituzioni europee di sedare il malcontento degli agricoltori a poche settimane dalle elezioni di giugno

Cosa prevede la riforma della Pac

Le modifiche approvate oggi in via definitiva dal Parlamento europeo riguardano innanzitutto un ammorbidimento dei vincoli ambientali a cui sono sottoposti gli agricoltori attraverso esenzioni, deroghe e rinvii. Una delle principali novità riguarda le aziende agricole con meno di 10 ettari di terreno, che non saranno sottoposte a controlli e non potranno ricevere sanzioni. È stato confermato poi il rinvio sull’obbligo di lasciare almeno il 4% dei terreni a riposo, una delle misure più contestate della Pac che avrebbe dovuto entrare in vigore a gennaio di quest’anno. Le modifiche approvate oggi dal Parlamento Ue danno inoltre la possibilità agli Stati membri di concedere agli agricoltori deroghe temporanee mirate in caso di condizioni climatiche impreviste.

Le critiche degli ambientalisti

La riforma della Pac è stata accolta con favore dalle organizzazioni che rappresentano gli agricoltori. Lo stesso non si può dire per le principali sigle ambientaliste, con Greenpeace che poche settimane fa ha inscenato una protesta fuori dal Parlamento europeo in cui ha descritto le modifiche proposte da Bruxelles come «un regalo avvelenato» agli agricoltori. «Senza natura non ci sono più né gli agricoltori né la sovranità alimentare», hanno attaccato i Verdi poco prima del voto di oggi a Strasburgo, chiedendo di rigettare la proposta della Commissione europea. Ora che le modifiche della Pac hanno ricevuto luce verde dal Parlamento, tocca al Consiglio adottare il provvedimento affinché entri in vigore. La presidenza di turno del Consiglio Ue aveva già fatto sapere nelle scorse settimane che, in caso di voto positivo da parte dell’Eurocamera, avrebbe adottato il testo a stretto giro senza proporre ulteriori modifiche. «Affossare le ultime misure di protezione ambientale rimaste non salverà gli agricoltori e renderà tutti più vulnerabili ai sempre più frequenti eventi climatici estremi che distruggono i raccolti e i mezzi di sussistenza», ha commentato Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

Lollobrigida: «Primo passo avanti»

A esprimere soddisfazione per il voto del Parlamento europeo è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che parla di «un primo passo avanti» e rivendica il ruolo del governo italiano nell’iter di riforma della Pac. «L’Italia si è fatta capofila della coalizione degli Stati membri, attivi sul fronte della riforma che hanno chiesto a gran voce di modificare aspetti fondamentali per l’agricoltura. Quella di oggi è stata senza dubbio una risposta importante, ma non definitiva», ha commentato Lollobrigida.

In copertina: Una protesta degli agricoltori del 26 marzo 2024 di fronte alla sede del Parlamento europeo a Bruxelles (EPA/Olivier Matthys)

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