Polemica per la domanda alla senatrice FdI a Rai Radio1: «Scusi lei è ebrea?». Giorgio Zanchini si difende: «Dispiaciuto se l’ho offesa» – L’audio

Il giornalista ha ricevuto una lettera dal direttore di Radio 1, Pionati, in cui è stato invitato a porgere le sue scuse

Giorgio Zanchini ha espresso il suo dispiacere per quanto accaduto con la senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli, alla quale aveva domandato se fosse ebrea durante la trasmissione Radio Anch’io. «Sono molto dispiaciuto se la senatrice Mieli si è sentita offesa o se posso aver urtato la sua sensibilità, ma il mio intento era esattamente l’opposto», ha dichiarato all’Ansa. È stata la deputata Augusta Montaruli a denunciare quanto accaduto su Radio 1, la mattina del 24 aprile. La domanda era stata posta mentre si discuteva delle proteste degli studenti nelle università per la guerra in Palestina. La parlamentare di FdI ha definito il fatto «un caso gravissimo» che «rasenta l’antisemitismo». I componenti di FdI della Commissione di Vigilanza sulla Rai hanno subito espresso solidarietà a Mieli.


La spiegazione di Zanchini

«Avevo obiettato ad alcune osservazioni sull’antisemitismo e sull’antisionismo della studentessa di Torino, che era ospite, che mi erano sembrate molto discutibili e nel prosieguo della trasmissione avevo cercato di far emergere il rischio di un clima antisemita nelle università americane e italiane – ha spiegato Zanchini -. Al professor Michael Driessen della John Cabot ho chiesto se quel clima ci sia e se gli studenti ebrei si sentano discriminati e a rischio e gli ho chiesto se fosse ebreo. Una domanda che ho fatto anche alla senatrice Mieli con l’intenzione di far emergere un clima ostile agli ebrei e quindi di portarle la mia solidarietà. L’esatto opposto di quello che sta emergendo. Aggiungo che trovo anche personalmente offensivo insinuare un mio presunto antisemitismo – ha continuato il conduttore, sempre all’Ansa -. Ho diversi cugini ebrei e ho vissuto quattro anni con mio cugino che si chiama Piperno, un cognome che a chi è romano qualcosa dice. Il marito di mia zia, Lello Levi, è morto di infarto all’indomani delle leggi razziali. Accusare me di antisemitismo lo trovo personalmente offensivo».


La telefonata dell’ad Sergio alla senatrice

Secondo i parlamentari meloniani che siedono in Vigilanza Rai, la domanda di Zanchini, «oltre riportare alla mente lugubri ricordi, è inaccettabile e intollerabile specie in un momento quale questo pervaso da un antisemitismo sempre più dilagante, alimentato all’interno delle Università da estremisti di sinistra verso cui ancora attendiamo parole di condanna da parte della sinistra e in particolare del Pd e di Elly Schlein. Alla collega Mieli rinnoviamo la nostra solidarietà, e ci auguriamo che queste nostre parole siano seguite da quelle di tutte le altre forze politiche». A quanto risulta all’Adnkronos, l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, avrebbe telefonato alla senatrice «per porgere le proprie scuse».

La lettera di Pionati a Zanchini

Francesco Pionati, direttore di Radio 1, «ha inviato una lettera a Zanchini chiedendogli di scusarsi con gli ascoltatori di Radio 1 e la senatrice Mieli per la domanda che le è stata posta questa mattina e di chiarire il senso complessivo della puntata odierna di Radio Anch’io». Lo si apprende da una nota diffusa dalla Rai. «Certo della tua buonafede e riconoscendo le tue indubbie doti professionali – ha scritto Pionati – credo necessario chiudere subito una polemica che non serve a nessuno». 

Il sindacato Unirai: «È la dimostrazione che non esiste alcuna TeleMeloni»

Solidarietà anche dall’associazione Giornaliste italiane, che ha chiesto «un intervento tempestivo della Rai e una presa di posizione chiara e immediata da parte degli organi di rappresentanza, a partire dalla Fnsi e dall’Odg». Il neonato sindacato Unirai, molto vicino alla destra di governo, ha attaccato il centrosinistra: «Lo scivolone di questa mattina di Zanchini a Radio Anch’io e la puntata di Report di domenica scorsa dimostrano semplicemente che la cosiddetta TeleMeloni è solo fantasia. Non c’è nessun controllo asfissiante su nulla e ognuno è libero di fare quello che vuole, comprese le domande totalmente fuori luogo. C’è invece la tecnica, ormai abusata, di montare casi e polveroni sul nulla come le censure immaginarie, mentre si attuano vere e proprie ronde mediatiche, politiche, sindacali, nel tentativo di limitare la libertà di espressione e pensiero anche rispetto a personali obiezioni di coscienza».

La Russa: «L’opinione di una persona non può essere collegata alla sua religione»

Anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, è intervenuto sulla vicenda: «Trovo davvero grave e inquietante quanto avvenuto stamattina alla senatrice Mieli, ospite di un programma radiofonico della Rai. Da settimane si susseguono in tutta Italia manifestazioni di intolleranza nei confronti di Israele e degli ebrei e una domanda come quella posta dal conduttore è del tutto inaccettabile. L’opinione di una persona non può in alcun modo essere collegata alla religione professata. All’amica Ester Mieli e alla comunità ebraica giunga la mia sincera solidarietà e affettuosa vicinanza». Molti messaggi in difesa della senatrice meloniana sono arrivati anche da Lega e Forza Italia.

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