Picco di casi di pubertà precoce, gli esperti: «Colpa di smartphone, tv, stress e sedentarietà»

Lo sviluppo sessuale inizia prima degli 8 anni per le bambine e prima dei 9 anni per i bambini. L’aumento nel periodo post pandemia

Aumentano i casi di «pubertà precoce» in Italia. Le cause sono da ricercare nello stress, nella sedentarietà e nel troppo tempo trascorso davanti agli schermi di tv, pc, tablet, smartphone. L’incremento riguarda soprattutto le bambine: la data della prima mestruazione, precisa la Repubblica, è scesa in pochi decenni dai 12 anni e mezzo (anni ’50) agli 11 e mezzo di oggi. A confermarlo sono gli endocrinologi che si occupano di sviluppo negli ospedali italiani, dal Bambin Gesù di Roma al Meyer di Firenze. Durante il periodo pandemico, infatti, i casi sono lievitati. I medici parlano di «pubertà precoce», quando lo sviluppo sessuale inizia prima degli 8 anni per le bambine, tra le quali è più diffusa, e prima dei 9 anni per i bambini. E il Covid-19 e il conseguente aumento del tempo trascorso in casa – sottolineano gli esperti – ha giocato un ruolo chiave per quanto concerne l’aumento dei casi. 


«Componente ereditaria e ambiente»

Sono tanti i fattori che possono influire: dall’aumento della massa corporea allo stop improvviso dell’attiva sportiva, fino all’incremento di condizioni di stress. Per Stefano Stagi, che dirige la auxo-endocrinologia del Meyer, «c’è di sicuro una componente ereditaria della pubertà precoce – dice al giornale romano -, però può avere un peso significativo anche l’ambiente». Il reparto pediatrico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma ha condotto una serie di interviste alle famiglie delle bambine che hanno avuto accesso ai servizi ed è emerso come, tra loro, vi sia stato «un aumento significativo dell’u- so dei dispositivi elettronici. È riconducibile all’introduzione della Dad, insieme alla persistenza del loro uso per lo svago nel tempo libero», spiega Carlo Bizzarri, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia del nosocomio romano.


L’uso dei medicinali

Mancano dati epidemiologici precisi. Gli esperti parlano di alcune migliaia di casi, forse 12-15 mila ma ci si basa esclusivamente sul consumo dei farmaci. Ma, molto spesso, non è necessario l’uso dei medicinali per affrontare la la pubertà precoce. Dipende da molti fattori: «Vanno visti una serie di esami, anche ormonali, bisogna capire quanto è anticipata la maturazione ossea», spiega Bizzarri. Solo in determinati casi, e dopo una serie di esami, i medici decidono di utilizzare i farmici, in particolare la triptorelina che interrompe lo sviluppo puberale. Quest’ultimo farmaco, al centro di molte polemiche, per molti endocrinologi e andrologi di stampo «ideologico e non su evidenze scientifiche», viene prescritta nei casi di incongruenza di genere.

Incongruenza di genere

Ovvero agli adolescenti che accusano un’intensa sofferenza derivante in gran parte dal pregiudizio sociale e dallo stigma di coloro che non riconoscono l’esistenza di una varianza di genere come normale espressione dell’ampio spettro in cui l’identità di genere può svilupparsi. I giovani che assistono a una crescita corporea accelerata potrebbero andare incontro a problemi psicologici. Per questo, precisa Francesca Cavallini che coordina il gruppo di lavoro in psicologia scolastica dell’Ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna, «è cruciale che i genitori siano ben informati e formati per gestire questa condizione». 

Foto copertina: Rene Wassenbergh | Dreamstime 

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